Pensioni 2016: aumentano gli assegni più bassi? Di quanto e per chi?

Redazione 09/09/16
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I tecnici di Palazzo Chigi continua a studiare le misure della Riforma Pensioni da inserire nella legge di Stabilità 2017, in particolare si discute sulle 2 manovre di sostegno agli assegni più bassi, ma non le pensioni minime, vale a dire l’estensione della quattordicesima e l’elevazione della no tax area.

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Sembrano, infatti, essere confermate le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, secondo cui a partire dal 2017 saranno in tutto 4 milioni i pensionati italiani che percepiranno la quattordicesima.

In sostanza, agli attuali 2,2 milioni di beneficiari dell’assegno extra si aggiungerebbero 1 milione e 700mila pensionati che hanno assegni fino a 500 euro al mese, fino ad oggi lasciati fuori dalla quattordicesima. Degli esclusi circa il 60%, ossia 1 milione, non sono ex lavoratori e pertanto incassano assegni sociali: prestazioni economiche distribuite ai cittadini che versano in condizioni particolarmente disagiate che quindi non sono coperte dai contributi.

In questo modo, come sottolinea ItaliaOggi, l’intervento di equità verso le pensioni basse anticipato da Renzi correrebbe il rischio di tramutarsi in un’operazione di natura assistenziale: ossia un intervento volto ad innalzare i redditi bassissimi.

Oltre a ciò, la quattordicesima da 600 euro così come prevista con il nuovo intervento di Riforma Pensioni oltrepasserebbe la quattordicesima vigente, pari in media a 450 euro, differenziata però in 3 fasce.

La contestazione di un’ingiusta distribuzione potrebbe portare i tecnici del Governo a premiare anche questa fetta di pensionati con redditi da 10mila euro annui, quindi superiori alla fascia minima, innalzando in questo modo la quattordicesima a 600 euro per tutti.

Ci si chiede, dunque, se il costo per la doppia manovra riuscirebbe, in tal modo, a rispettare il budget stanziato alla platea dei pensionati e la risposta è negativa: arriverebbe a superare, infatti, ben oltre il miliardo nella prossima legge di Stabilità.

Il Prestito pensionistico

Alla cifra di cui sopra andrebbe, poi, aggiunto il miliardo di euro riservato ai pensionandi, mediante la flessibilità in uscita concessa dal meccanismo dell’APE, il prestito pensionistico finanziato dalle banche tramite l’INPS, da rendere a rate in 20 anni (fatta eccezione per i casi in cui la rata verrebbe azzerata grazie alla copertura intera delle detrazioni).

Pensioni: tax area innalzata, per chi?

La seconda ipotesi sulla quale è al lavoro l’Esecutivo riguarda, invece, la no tax area, la soglia fiscale entro la quale le pensioni sono esentate dall ‘IRPEF, che dovrebbe subire un innalzamento.

Le modalità per riuscire ad unire i differenti periodi contributivi sono 3:

– la ricongiunzione onerosa:

in questo caso la posizione del lavoratore viene spostata soltanto in uno degli enti presso cui ha versato, di norma quello in cui lo stesso si trova al momento della domanda;

– la totalizzazione:

si tratta di un’operazione, a differenza della precedente, gratuita, con la quale si sommano i diversi periodi contributivi e spetta ad ogni ente determinare la rispettiva quota di pensione;

– il cumulo contributivo:

si tratta di uno strumento che rende possibile calcolare la pensione con il sistema misto, tuttavia può scattare esclusivamente nel caso in cui il soggetto interessato non abbia raggiunto il diritto autonomo a quest’ultima.

In attesa di chiarimenti su misure e relativi costi, si ricorda che il confronto tecnico tra Governo e parti sociali è atteso la prossima settimana, mentre è in cantiere per martedì 27 settembre il nuovo Documento di finanza pubblica (DEF).

Redazione

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