Contributo Unificato: sì alla riforma, chi pagherà meno?

Redazione 22/01/16
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Viene avviata la riforma del contributo unificato in favore di “alcune categorie più deboli” della popolazione.

Questo quanto dichiarato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando alla Camera, in fase di replica a margine del dibattito sulle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia.

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REVISIONE DEL CONTRIBUTO UNIFICATO: QUALI SONO LE CATEGORIE CHE PAGHERANNO MENO?

LA LEGGE IN VIGORE

Ad oggi, la legge non prevede l’esenzione dal pagamento del contributo unificato se non per i soggetti che rientrano nei parametri del gratuito patrocinio, che è stato aggiornato lo scorso agosto ed ammonta a  11.528,41 euro annui.

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In base alla normativa in vigore, quindi, tutti gli altri contribuenti, anche nel caso in cui sforino di pochi centesimi tale soglia, devono pagare integralmente sia le spese legali che le tasse, incluso appunto il contributo unificato, il bollo, le notifiche e così via.

Nemmeno detrazioni, riduzioni o pagamento per scaglioni di reddito sono previsti. Il solo parametro che la legge considera ai fini della determinazione dell’importo del contributo unificato è il valore della causa.

In tal senso, infatti, più è alto l’importo conteso tra le parti, più elevato è il contributo, con la conseguenza che all’interno del medesimo scaglione di valore del giudizio, l’importo delle tasse da pagare risulta uguale sia per chi guadagna poco che per chi invece è benestante.

LA RIFORMA IN ARRIVO

Tale sistema, come annunciato dallo stesso guardasigilli Orlando, sembra ormai sulla via del tramonto essendo in cantiere una diminuzione del contributo unificato per le fasce di popolazione meno agiate.

I finanziamenti della riduzione del tributo sulle cause, ha specificato Orlando, dovrebbero arrivare dai risparmi derivanti dal Pct (Processo Civile Telematico). “Senza la collaborazione dell’avvocatura, – ha precisato il Ministro – la partenza e lo sviluppo del processo civile telematico sarebbe stata impossibile”.

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