San Marino e Unione Europea: il nuovo patto contro l’evasione fiscale

Redazione 09/12/15
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Unione Europea e San Marino hanno siglato un accordo contro l’evasione fiscale che segnerà la fine del segreto bancario tra le due zone.

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A partire dal 2017, infatti, gli Stati Ue riceveranno nomi, indirizzi, numeri identificativi e tutte le informazioni di carattere finanziario dei rispettivi residenti con conti correnti a San Marino. Stessa cosa per la Repubblica di San Marino che potrà così ottenere analoghe informazioni sui propri cittadini che hanno conti in uno dei 28 Stati membri dell’Unione.

Si tratta di “un ottimo esempio delle nuove norme per la trasparenza globale sulle questioni fiscali e riflette la determinazione di San Marino per la loro attuazione”, sono state le parole con cui Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, ha commentato l’accordo.

Mentre l’analogo patto che nei mesi scorsi è stato sottoscritto da Bruxelles con la Svizzera pare stia dando i primi risultati, si stanno parallelamente portando avanti intese anche con Andorra, con il Principato di Monaco e con il Liechtenstein (di cui il via libera del Parlamento Ue per siglare l’accordo è arrivato lo scorso 3 dicembre).

Si tratta di intese che rispecchiano lo standard mondiale che disciplina lo scambio automatico di informazioni, il cosiddetto Crs – Common reporting standard, al quale hanno già aderito 96 Paesi, promosso dal G20 e definito dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), e che ha messo sostanzialmente fine al segreto bancario internazionale.

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L’introduzione in ambito Ue di nuove misure di tax compliance, nonché di trasparenza, fa sì che venga applicato un unico standard, consono a quello globale Crs (direttiva 2014/107/Ue).

Ciò che prevede il Crs infatti attiene, da un lato, all’identificazione della clientela non residente, dall’altro, alla conseguente segnalazione alla propria autorità fiscale, incaricata poi della trasmissione delle informazioni così ottenute con le relative autorità fiscali estere.

In riferimento al Crs, gli obblighi sono già stati sanciti dalla legge di ratifica 95/2015 dell’accordo intergovernativo firmato da Italia e Stati Uniti per attivare la normativa statunitense che prevede l’identificazione e la segnalazione all’autorità fiscale americana dei soggetti statunitensi che investono con il tramite di intermediari finanziari italiani, la cosiddetta Fatca (The foreign account tax compliance act). Si attende, invece, entro la fine di dicembre il battesimo del decreto attuativo.

Il nostro Paese è ora chiamato a recepire il contenuto di queste intese: dal 2016, infatti, banche, fiduciarie, società di gestione del risparmio e altri intermediari dovranno identificare tutti i soggetti non residenti, conseguendo per ognuno attestazione di residenza fiscale e codice fiscale.

Redazione

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