Pensioni: perché le donne percepiscono meno degli uomini?

Redazione 12/10/15
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I dati che sono stati diffusi nei giorni scorsi dai vertici dell’Istat durante un’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati sull’impatto in termini di genere della normativa previdenziale, rivelano che il 52,8% delle donne, quindi oltre la metà, “percepisce redditi pensionistici mensili inferiori ai mille euro; il 15,3% percepisce invece redditi inferiori ai 500 euro”.

Quello che più stupisce è che la stima riguarda appena un terzo degli uomini. Stando ai dati, relativi al 2014, forniti dal direttore del dipartimento per le statistiche sociali dell’Istat, Linda Sabbadini, gli uomini “percepiscono importi maggiori delle donne in tutte le classi di età, con differenze più elevate tra i 65 e i 69 anni”. Tra la componente femminile, poi, si apprende che “17 anziane su 100 non ricevono alcuna forma di pensione”, mentre tra gli uomini sono solo 4 su 100 a non incassare l’assegno.

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Lasciando fuori i percettori di pensioni ai superstiti, per le donne il tasso di copertura cala al 53,5% con un dislivello di genere che cresce di 38 punti percentuali”, spiega la rivelazione dell’Istat. A fronte dei dati sconfortanti sotto il profilo dell’equità di genere, si ricorda come siano proprio le donne a costituire la maggioranza della platea dei pensionati (52,9% pari a 8,5 milioni).

Le stesse, tuttavia, a causa dello scenario complessivo dei rispettivi trattamenti pensionistici, si trovano a percepire in media un importo mensile significativamente inferiore rispetto a quello ricevuto dagli uomini: secondo i dati provvisori al 2014 si parla di 1.095 contro 1.549 euro.

L’importo medio della pensione percepita, essendo più limitato per le donne, a fronte comunque di una superiorità numerica in termini di beneficiari, porta ad una quota di spesa pensionistica complessivamente destinata alle ex lavoratrici pari al 44,2% dei 275.079 milioni di euro totalmente erogati ai 16,2 milioni di pensionati. Il gap di reddito pensionistico tra uomini e donne risulta pari al 41,4% (19.686 contro 13.921), raggiungendo poi il 62,2% (14.911 euro contro 9.195) se si considera l’importo della singola prestazione pensionistica.

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