Quota 96: l’ultima beffa. Niente pensione coi vecchi requisiti

Redazione 06/05/15
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Pensioni nella pubblica amministrazione – e nella scuola: proprio nei giorni dell’agitazione nelle aule di tutto il Paese, spunta in Gazzetta Ufficiale la circolare – beffa per insegnanti, amministrativi e Ata in genere rimasti in servizio a causa della legge Fornero.

Come noto, la categoria dei Quota 96, in riferimento al comparto scolastico, contempla tutti quei lavoratori che avrebbero dovuto lasciare il proprio posto il 31 agosto 2012, per effetto della riforma delle pensioni che consentiva a tutti di andare in pensione con le vecchie regole entro la fine dell’anno solare precedente. La svista dei legislatori di non includere una postilla per il comparto educativo, che chiude l’annualità a fine agosto, obbligò oltre 4mila docenti e amministrativi a rimanere in carica pur avendo completato il proprio percorso contributivo.

Nei mesi scorsi, poi, nell’ambito del riordino del personale pubblico seguito alla riforma delle province, è infatti spuntata una circolare a firma del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, che prevedeva come coloro che avessero raggiunto la Quota 96 entro la fine del 2011 potessero finalmente chiudere la propria carriera con il riconoscimento delle annualità lavorate e versate regolarmente alla previdenza.

In un primo momento, sembrava che questa disposizione fosse rivolta proprio ai “dimenticati” della legge Fornero, quegli over 60, ormai transitati oltre quota 100, che attendono la risposta definitiva a un diritto sospeso.

A leggere con attenzione il contenuto del documento, però, appare chiaro come, anche stavolta, per i lavoratori della scuola non siano previste corsie preferenziali dopo l’ingiustizia subita. 

“I dipendenti che hanno maturato il requisito di accesso al pensionamento entro il 31 dicembre 2011 rimangono soggetti al regime di accesso al pensionamento previgente (anche in applicazione dell’art. 2, comma 4, del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101). E’ il caso di coloro che entro tale data hanno maturato la quota 96”.

E’ questo quanto prevede la circolare del Ministero che, dunque, non include nel computo quanti abbiano raggiunto i requisiti nell’agosto dell’anno successivo, che, insomma, rimangono ancora una volta al di fuori delle previsioni di legge.

Nel frattempo, la circolare stabilisce in maniera definitiva l’obbligo di pensione per i dipendenti pubblici al compimento dei 65 anni, mentre viene ammesso il ritiro forzoso anche prima dei 62. QUI I DETTAGLI E I REQUISITI

E mentre il mondo della scuola è sceso in piazza, anche nel testo della riforma Giannini “La buona scuola” non è previsto alcun rimedio per questa categoria oggetto di uno dei più clamorosi errori in sede di stesura di una legge degli ultimi anni.

Molti di loro riusciranno comunque, in base ai nuovi requisiti, a ottenere l’assegno Inps al termine di quest’anno scolastico: ormai, l’unica via d’uscita per gli ex Quota 96 è quella di rassegnarsi a chiudere in base alla legge in vigore.

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