Il ddl sulle misure cautelari è legge: carcerazione più difficile

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Il disegno di legge che riforma la disciplina delle misure cautelari è stato approvato dal Senato, diventando così norma dello Stato. I sì a favore sono stati 177, contro i 12 no e i 30 astenuti.

Arriva dunque a destinazione un altro provvedimento che molto aveva fatto parlare nei mesi scorsi, proprio nelle ore dei fatti sanguinosi del tribunale di Milano, dove un imputato ha aperto il fuoco contro un giudice fallimentare e altre persone causando diverse vittime.

La votazione si è svolta proprio nei momenti in cui da tribunale milanese arrivavano le notizie della caccia all’uomo, a seguito dell’evacuazione del palazzo per l’esplosione improvvisa dei colpi da parte del cittadino, successiva alla rinuncia da parte dell’avvocato di svolgere il mandato difensivo. Oltretutto, la novità arriva a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto sulla tenuità del fatto, che ha introdotto la possibilità di depenalizzazione per molti reati entro i cinque anni di pena.

“Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità”. E’ questo il nome delal nuova legge approvata in maniera definitiva questa mattina al Senato.

Le novità del ddl

Carcere preventivo. Cambia la disciplina del carcere in forma preventiva, che diviene l’ultima spiaggia, da attuarsi solo in condizioni specifiche, cioè qualora il magistrato ravvisi la mancanza di contromisure, coercitive o interdittive.

Per l’applicazione della misura cautelare preventiva dovranno sussistere i principi di pericolo di fuga o reiterazione possibile del reato, ma dovranno essere oltre che concrete anche attuali, cioè prendendo in esame la biografia dell’imputato e i suoi comportamenti.

Le contromisure di tipo coercitivo o interdittivo, in aggiunta, potranno essere adottate anche in maniera comulativa, a differenza di quanto avvenuto fino a ieri.

Richiedere la carcerazione sarà però più difficile: non saranno più ammessi richiami in relazione all’inchiesta svolta dal pm, ma la necessità di trattenere il soggetto in struttura detentiva dovrà essere spiegata in maniera dettagliata.

I tempi di delle misure interdittive, comunque, vengono dilatati da due mesi massimi a un anno e dovranno essere adottati dai magistrati come alternativa prioritaria alla reclusione preventiva.

Riesame. Il tribunale della libertà vede modificare anche i tempi di decisione e deliberazione sulle misure da applicare, confermare o cancellare. I rinnovi delle misure straordinarie potranno essere rinnovati solo in casi limite.

Rimangono escluse dalle nuove norme le fattispecie di reati connessi a mafia o terrorismo.

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Francesco Maltoni

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