La responsabilità civile di giudici e magistrati è legge. Il testo

Redazione 25/02/15
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E così, in un martedì di febbraio, la responsabilità civile dei magistrati è diventata legge. Ieri, anche senza troppi squilli di tromba ad annunciarla, è diventata legge la responsabilità civile dei magistrati, un punto delle riforme della giustizia più volte inserito nei progetti di revisione e, sinora, mai portato a termine.

Così, pur nella desolazione di un’aula vuota per metà degli scranni, la Camera ha dato il sì definitivo alla legge che introduce modifiche significative alla responsabilità civile dei magistrati. La votazione si è chiusa con 265 voti a favore, 51 contrati e 63 astenuti. Si sono espressi con parere positivo sulla proposta i partiti di maggioranza, mentre ad astenersi sono stati la Lega, Forza Italia, Sel e Alternativa libera, fazioni politiche in larga parte assenti, come si vede dal basso numero di deputati che hanno optato per l’astensione. Il MoVimento 5 Stelle ha scelto di esprimersi in modo contrario.

Cosa prevede la nuova legge

Il disegno di legge approvato ieri a Montecitorio riforma la legge Vassalli del 1988, conservando, però, come punto fermo la responsabilità indiretta. Per il cittadino, cioè, sarà impossibile esercitare una rivalsa diretta sul giudice che, a suo dire, si sarebbe macchiato di errore nello svolgere la sua funzione, ma dovrà ricorrere allo Stato. Toccherà, poi, allo Stato, se riterrà di aver constatato la presenza dei margini necessari, muovere l’istanza nei confronti del giudice stesso.

In ogni caso, rispetto alla normativa precedente, le possibilità di presentare ricorso per il cittadino sono più ampie: viene innalzata la soglia economica di rivalsa del danno, con tetto pari alla metà di stipendio del magistrato (in precedenza era un terzo). C’è poi la previsione di responsabilità del magistrato sia in caso di grave negligenza e di travisamento del fatto o delle prove, inteso come macroscopico ed evidente, senza richiedere ulteriori indagini in merito. In aggiunta, come detto, si elimina il filtro di ammissibilità dei ricorsi.

Obbligo di rivalsa. Questo istituto consente di chiedere il risarcimento al magistrato nell’arco di un biennio dalla sentenza di condanna, nel caso di sospetta violazione da dolo o negligenza, o, ancora, per diniego di giustizia. Se il dolo viene confermato, la soglia di metà stipendio salta e avviene un risarcimento completo.

Colpa grave. Con la legge Vassalli, la colpa grave era ammessa solo in presenza di affermazione di un fatto inesistente o la negazione dello stesso. Ora, con la nuova norma approvata ieri, la colpa grave potrà scattare anche in presenza di violazione manifesta della legge, del diritto comunitario o in caso di travisamenti. In aggiunta, l’adozione di una misura cautelare fuori dai casi previsti dalla legge, costituirà motivo valido per rico0noscere colpa grave nella condotta del magistrato.

 

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