Anagrafe nazionale: il testo del regolamento che avvia la riforma

Redazione 12/01/15
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E’ stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale di giovedì 8 gennaio 2015 il regolamento che stabilisce le direttive sulla nuova anagrafe nazionale. Dunque, arriva un’improvvisa accelerata per un provvedimento annunciato da lungo tempo, ma rimasto in sostanza inattuato dagli ultimi governi.

Si chiama “Regolamento recante modalità di attuazione e di funzionamento dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e di definizione del piano per il graduale subentro dell’ANPR alle anagrafi della popolazione residente” e costituisce l’atto di nascita della nuova Anagrafe nazionale che dovrebbe rivoluzionare il sistema di archiviazione e trattamento dei dati su tutti i cittadini e residenti nel territorio italiano.

La nuova anagrafe nazionale – che si chiamerà in forma estesa “Anagrafe nazionale per la popolazione residente” – dovrebbe sostituire i circa 8mila sistemi e archivi comunali esistenti, con l’obiettivo di rendere più svelte le procedure e le comunicazioni tra enti distanti.

E c’è già una data per l’avvio completo del nuovo sistema unico statale dei datai anagrafici: dicembre 2015. Dunque, entro la fine dell’anno tutte le informazioni riguardanti il nostro stato civile, le nostre generalità e operazioni svolte agli sportelli comunali, dovrebbero essere traslati nel cervellone nazionale a cui tutti gli uffici locali dovranno collegarsi.

Come cambierà l’anagrafe

Si tratta di un’anagrafe 2.0, che non terrà conto esclusivamente delle informazioni classiche come nome, cognome, indirizzo e stato civile, ma conterrà anche le specifiche sui recapiti digitali del cittadino, in primis la sua casella di Posta elettronica certificata. Qualora, poi, il proprietario dell’indirizzo riconosciuto come ufficiale dalle istituzioni, intenda indicare come prioritario il canale elettronico nelle comunicazioni con la PA, potrà scegliere questo modo di comunicazione con gli uffici pubblici.

Tutto ciò, a poche settimane dall’annuncio della dismissione della Cec-Pac, che nell’impostazione originale doveva costituire la via privilegiata di scambio di informazioni tra cittadini e amministrazione , invece, ha già intrapreso il cammino verso la dismissione. Rimane, comunque, al suo posto la Pec, che a questo punto sembra indirizzata a sostituire in tutto e per tutto la “sorella” in via di abbandono.

Quali servizi saranno assicurati. Nelle previsioni del Dpcm pubblicato in Gazzetta, la nuova anagrafe nazionale dovrebbe essere in grado di elaborare e consegnare ai legittimi proprietari che ne facciano richiesta i soliti attestati o dichiarazioni oggetto del lavoro agli uffici comunali, e dunque ivi inclusi certificati, dichiarazioni di nascita, stato civile, cambi di residenza e via dicendo.

A semplificarsi, negli scopi della riforma, dovrebbero essere gli interscambi tra Pubbliche amministrazioni, spesso sottoposti a lungaggini burocratiche anche tra enti non troppo lontani geograficamente. La possibilità di attingere a un unico grande database per tutte le istituzioni locali e non afferenti al sistema pubblico, dovrebbe rendere le procedure più rapide ed efficienti.

Addirittura, uno degli scopi potrebbe essere quello di eliminare completamente le comunicazioni che riguardino variazioni di dati anagrafici, stato civile o cambio di residenza: l’incrocio con altri archivi di informazioni di raggio nazionale, potrebbe rendere superflue molte delle azioni abitudinarie che oggi obbligano i cittadini a perdere tempo agli sportelli degli uffici anagrafe.

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