Legge di stabilità 2015: emendamenti, ecco la rivoluzione fiscale

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Arriva oggi in aula alla Camera il disegno di legge stabilità, dopo un lungo passaggio in commissione Bilancio. Alcune parti del testo che ha ottenuto il via libera da parte della Ragioneria di Stato sono state stravolte, e le riserve espresse dall’Unione europea, che ha rinviato a marzo il giudizio definitivo, a questo punto tengono la manovra n stand-by.

Intanto, però, alcune misure sono state corrette, alla luce dei recenti aggiornamenti normativi. Non è rimasta esente la parte fiscale, come al solito quella più soggetta alle modifiche e alle rivalse politiche sulla legge di stabilità.

Gli emendamenti della rivoluzione fiscale

Nei giorni scorsi, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, dopo un anno di attesa, il decreto che ufficializza la Dichiarazione sostitutiva unica da utilizzare per il parametro Isee. Si tratta del modello che apre ufficialmente la nuova era del riccometro, lo strumento che consente di valutare lo stato di salute dell’economia di ogni famiglia.

Ovviamente, i dati ricavati dal ricorso al nuovo Isee, che debutterà a partire dal prossimo gennaio, saranno una miniera di informazioni per l’Agenzia delle Entrate e le istituzioni fiscali. Così, arriva in legge di stabilità 2015 l’altra faccia dell’Isee, quella che finirà per incrociare il patrimonio e il reddito famigliare con i corrispettivi bancari, per la richiesta di conti correnti e depositi.

Secondo la nuova formulazione della finanziaria, infatti, le informazioni contenute nell’Anagrafe dei conti correnti, da una parte, dovranno costituire una semplificazione nella compilazione della Dsu e, dall’altra, aiuteranno il fisco a stanare i furbetti, nel mirino dell’Isee per le prestazioni agevolate a cui non avrebbero diritto.

E non è tutto: secondo quanto confluirà nel database dell’anagrafe dei conti correnti, a partire dal prossimo anno, dovrebbero essere svolte analisi ad ampio raggio per valutare il rischio di evasione a cui sarebbero soggetti i contribuenti: salta così il freno imposto dal Salva Italia all’utilizzo delle informazioni sui conti in deposito. Una sorta di prevenzione del crimine, proprio come nel film “Minority report”, che rischia però di sfuggire di mano al già scricchiolante sistema tributario.

Tassa unica. Procede, poi, il cammino della nuova Tasi, Imu o della nuova denominazione che ne prenderà il posto nella fiscalità immobiliare. Ancora, non è arrivato l’emendamento più atteso, quello che spazzerà via in un solo colpo tutti i residui della babele fiscale degli ultmi 24 mesi: l’appuntamento, infatti, è già fissato per il passaggio al Senato della finanziaria. In ogni caso, i tecnici di via XX settembre sono al lavoro per mettere a punto la nuova tassa sulla casa e secondo le prime fughe di notizie dal ministero, sarebbe in cantiere un’imposta meno generosa del previsto. A sentire le anticipazioni del Sole 24 Ore, infatti, il regime di deduzioni  non dovrebbe superare il 30%, che significherebbe, per quei Comuni dove la Tasi è stata applicata anche alle attività produttive, un rincaro sensibile a commercianti e artigiani, dal momento che al momento lo sconto dal reddito della tassa è completo (e arriva al 20% per l’Imu, che invece ne trarrebbe beneficio).

Sul fronte normativo e amministrativo,invece, il miglioramento dovrebbe essere singificativo: stop alla miriade di aliquote e di delibere, che ha prodotto il caos indicibile negli ultimi mesi. Le uniche deviazioni che potrà prendere la nuova tassa unica, infatti, riguarderanno situazioni oggettive come le case di lusso, o la presenza di un invalido entro le  mura domestiche. Dalle seconde case in poi, quindi, si tratta su eventuali sconti a alloggi sfitti o affittati a canone concordato con cedolare secca, o per i comodati d’uso al di là del primo grado di parentela.

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Francesco Maltoni

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