Addio scontrini e ricevute, aumento Iva: così cambia il Def 2014

Redazione 02/10/14
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Addio agli scontrini fiscali e probabile aumento dell’Iva sulle aliquote inferiori, in particolare riguardo i beni di prima necessità. E’ lo scenario shock emerso in queste ore, alla lettura della nota di aggiornamento del Def 2014, varata ieri dal ministero dell’Economia.

Che da via XX settembre non sarebbero arrivate buone notizie era nelle attese, dopo le deludenti performance dell’economia negli ultimi mesi, con la conferma della crescita in stallo e della disoccupazione ancora dilagante, soprattutto tra i giovani.

Così, il governo ha dovuto rivedere le proprie stime per l’anno in corso, a seguito di un quadro generale più fosco di come appariva a inizio anno, per stessa ammissione del ministro Padoan.

Per ovviare a questa ennesima spirale recessiva dei conti pubblici, allora, il governo avrebbe in cantiere una vera e propria terapia d’urto: linea durissima verso chi non paga le tasse.

Linea dura, addio scontrini

Una delle misure in preparazione, allora, sembra proprio quella che dovrebbe sancire l’addio agli scontrini e alle ricevute fiscali, con  il fine di rendere tracciabili tutti i pagamenti.

La modalità, ancora tutta da verificare, dovrebbe essere quella che consentirà a commercianti e partite Iva di trasmettere per via telematica i corrispettivi, al fine di prevenire possibili quote di evasione e restringendo, così, i controlli a casi selezionati.

Insomma, il governo pare intenzionato a dare il colpo finale alla circolazione del contante, spingendo sul ricorso a carte di credito e di debito, rendendo tracciabile in maniera automatica ogni singola transazione tra esercente e consumatore.

Si tratta della misura più eclatante contenuta nella nota di aggiornamento del Def, che ha rivito al ribasso le previsioni di crescita per l’anno in corso. Le misure ritenute indispensabili dal governo hanno portato a un rinvio del pareggio di bilancio al 2017, con tanto di possibile arrivo di una nuova clausola di salvaguardia nella prossima legge di stabilità. Il deficit, infatti, dovrebbe salire dal 2,25 al 2,9%, dunque sfiorando la soglia massima consentita, che verrà riequilibrato da una probabile manovra di circa 11 miliardi.

Allo scopo di rassicurare le istituzioni europee, oltretutto, si sono gettate le basi per l’introduzione della clausola che potrebbe far scattare un incremento delle aliquote Iva più basse, per un costo che potrebbe ammontare a 12,6 miliardi nel 2016, 17,8 nel 2017 e 21,4 nel 2018.

Vai alla nota di aggiornamento del Def 2014

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Redazione

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