Riforma processo civile, 50mila cause in meno in tribunale

Redazione 26/09/14
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Riforma del processo civile, il confronto è ufficialmente iniziato. Ieri, prima audizione in Commissione Giustizia al Senato tra le organizzazioni di rappresentanza del mondo forense e la maggioranza di governo che ha approvato il provvedimento in Cdm. Contestualmente,e è stata presentata la prima relazione tecnica del ministero sui possibili benefici della riforma.

E’ evidente che, nel momento in cui questa entrerà in vigore integralmente, le novità saranno parecchie e rilevanti per il mondo dei tribunali civili. Nonostante, infatti, si tratti di un decreto, molteplici sono le disposizioni transitorie, che di fatto congelano alcune traa le misure più significative del decreto 132.

Qui il testo del decreto 132

Il governo

Secondo le stime del ministero della Giustizia, sono circa 50mila le cause che, per effetto del provvedimento pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 12 settembre, dovrebbero rimanere fuori dai tribunali, allentando sensibilmente il peso dell’arretrato, che, così, potrà essere smaltito senza un flusso di vertenze in entrata uguale se non superiore in termini quantitativi.

Sul fronte della negoziazione assistita, il governo ritiene che si potranno risolvere anticipatamente circa 35mila controversie, a seguito dell’affidamento dell’istituto nelle mani di uno dei due legali a tutela dei litiganti. Ci sarà, comunque, un minore gettito per via del mancato pagamento del contributo unificato pari a 3,5 milioni di euro.

Ci sono poi i procedimenti di separazione e divorzio che andranno a concludersi grazie alle nuove misure che coinvolgono anche la separazione consensuale, per un totale di 17mila, di cui 10mila per mezzo proprio della negoziazione assistita e la frazione rimanente che dovrebbe optare per l’alternativa di fronte all’ufficiale di stato civile.

La posizione degli avvocati

L’occasione, come detto, è stata anche il momento in cui le associazioni di rappresentanza delle categorie forensi hanno avanzato le prime proposte e osservazioni in merito alla riforma arrivata in Parlamento.

Il mondo forense si è dimostrato concorde nel ritenere necessaria l’introduzione sulla figura dell’arbitro unico, per le liti meno complicate, invitando il Parlamento a determinare la scelta libera per il cittadino tra mediazione e negoziazione, così come il riconoscimento del patto stipulato in regime di negoziazione assistita valido per beni immobili fino a 50mila euro.

Articolata la proposta dell’Oua, che ha sottolineato come l’obbligatorietà della negoziazione rappresenti una stortura del sistema di scelta, mentre questa andrebbe estesa anche alle cause di separazione tra coniugi con figli minori. Apprezzata, invece, la decisione di allargare le materie anche al lavoro.

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