Decreto taglia Irpef: ecco le nuove aliquote per gli 80 euro in più

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E’ il giorno degli 80 euro in busta paga. Quest’oggi, infatti, è in programma il Consiglio dei ministri che dovrà licenziare il provvedimento di taglio dell’Irpef.

Da giorni, il premier Matteo Renzi, in più dichiarazioni, oppure tramite Twitter, il suo mezzo di comunicazione preferito, invita tutti ad aspettare venerdì. Così, il giorno tanto atteso è arrivato e, finalmente, si conscerano i dettagli di questo chiacchieratissimo provvedimento.

Annunciata nella conferenza stampa in cui è stato presentato il Jobs Act assieme al piano casa di Lupi, la misura degli 80 euro in più ai lavoratori dipendenti ha incontrato il favore dei sindacati e, insieme, è riuscito a contenere i mugugni di Confindustria, arrivando in accoppiata con un taglio dell’Irap in versione”light”.

Gli 80 euro promessi da Renzi, infatti, altro non sono che un alleggerimento dell’aliquota Irpef sulle buste paga, per concedere un bonus ai lavoratori che maturano un reddito inferiore ai 25mila euro. Un’operazione che dovrebbe costare circa 7 miliardi, oltre metà dei quali, questo è sicuro, dovrebbero arrivare dai risparmi inerenti la spending review di Carlo Cottarelli, mentre i restanti sono ancora un mistero. Nello specifico, l’aliquota principale dell’Irap dovrebbe passare dal 3,9% al 3,5% nel 2015, mentre per quest’anno sarebbe prevista un’aliquota intermedia del 3,75%. Questi, almeno, i dati della bozza circolata ieri pomeriggio.

Tra le possibilità, anche il flusso in arrivo dall’incremento dell’imposta per i conti in deposito, così come l’incremento di introito per gli interessi Iva, ma, ancora, sulla correlazione di queste misure al decreto 80 euro, non c’è nulla di ufficiale. Il mistero, comunque, sarà risolto, nella peggiore delle ipotesi, entro questa sera, quando, cioè, il governo licenzierà il testo del decreto di decurtazione dell’Irpef.

Secondo l’Istat, la norma in arrivo oggi porterà nelle tasche delle famiglie interessate una media di 714 euro in più all’anno, ad aumentare o ridurre a seconda dell’avvicinamento o meno alla soglia limite interessata dal taglio. La nuova conformazione dell’Irpef, infatti, a partire da oggi, dovrebbe aumentare anche nei prossimi anni e proprio qui risiede un’altra delle maggiori incognite sui fondi necessari a mantenere il bonus nel lungo periodo.

Sarà il passaggio più importante della strategia di Renzi e i suoi per dare stimolo all’economia, culminata nel Jobs Act che oggi trova la sua più discussa realizzazione. Ieri, nel frattempo, il decreto sui contratti flessibili ha incontrato alcune importanti modifiche, al pari del limite di proroghe a cinque invece delle otto consentite dalla prima versione, la quale aboliva il massimo dei tre recuperi prima dell’assunzione definitiva.

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Francesco Maltoni

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