Ospedali psichiatrici giudiziari, altri dodici mesi di vita (e miseria)

Redazione 01/04/14
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Altri dodici mesi per gli ospedali psichiatrici giudiziari. Ieri, il Consiglio dei ministri non ha approvato esclusivamente la riforma costituzionale che abolisce Cnel e Province, ridisegnando Senato e Titolo V della Costituzione: all’ordine del giorno, infatti, è stato varato anche il decreto che proroga l’esistenza delle strutture di ricovero per persone detenute con problemi psichici.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in giornata, ha diffuso una nota dove esprime il suo forte rammarico per avere firmato un provvedimento che rinvia la già definitiva chiusura delle strutture alla data di ieri 31 marzo 2014. Ora, invece, con il nuovo testo pronto a entrare in vigore, i manicomi criminali resteranno aperti, almeno, al primo aprile 2015.

A essere stato prorogato, è il decreto del 22 dicembre 2011, convertito in legge il 17 febbraio 2012, che disponeva la chiusura delle strutture di ricovero per detenuti malati di mente al 31 marzo 2014, recependo le conclusioni di un’indagine parlamentare, volta a mettere in luce le condizioni precarie degli istituti e degli individui  al loro interno.

Quindi, proprio ieri, alla data ultima disponibile prima della chiusura, il governo Renzi, su proposta del ministro della Salute Lorenzin e della Giustizia Orlando, ha dato l’ok a un decreto che, malgrado il nome – “disposizioni per il superamento degli Opg” – prolunga la loro esistenza di altri dodici mesi, almeno.

Allo scorso dicembre, i detenuti rinchiusi negli ospedali psichiatrici giudiziari erano in tutto 1051, divisi tra le strutture di Barcellona Pozzo di Gotto, Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere, Napoli e Aversa. Con l’approvazione in Cdm del nuovo decreto, siamo alla seconda proroga per l’abbandono delle vecchie strutture di reclusione, in attesa della nuova conformazione che verranno ad assumere con l’identificativo di Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sanitarie (Rems).

Nei prossimi mesi, le regioni dovranno comunicare al governo lo stato dei lavori di conversione dei vecchi manicomi nei più accoglienti istituti di residenza. Obbligo delle strutture di ricovero sarà, poi, quello di valutare caso per caso, indicando i detenuti per i quali possono essere adottate misure meno restrittive.

 

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