Pensioni, Renzi rassicura sul prelievo: “Sotto i tremila euro non si rischia”

Redazione 14/03/14
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A poche ore dall’allarme rosso, ci pensa il premier Matteo Renzi a rassicurare – quasi – tutti sulle pensioni: gli assegno al di sotto dei 3mila euro non verranno toccati, assicura il presidente del Consiglio.

Dopo la presentazione del Jobs Act, infatti, i tecnici si sono subito scagliati a raccogliere cifre per le coperture necessarie a finanziare i 10 miliardi di euro che finirebbero nelle tasche dei 10 milioni di lavoratori dipendenti.

La soglia per rientrare nel programma annunciato da Renzi è nota: 1500 euro netti al mese per vedersene riconosciuti, a partire dal prossimo mese di maggio, 80 euro in più in busta paga.

Un’operazione che, al momento, non ha coperture certe e, per questo, l’ipotesi di intervenire sulle pensioni è stata letta da più parti come la via più comoda per completare la ricerca dei fondi perduti, ma, a questo punto, molto urgenti.

Dunque, era iniziata a circolare la voce che il governo stesse mettendo a punto un intervento sulle prestazioni al di sotto dei 2mila euro lordi. In sostanza, gran parte dei pensionati avrebbe dovuto finanziare l’incremento di stipendio a gran parte dei dipendenti.

Un’ipotesi che ha subito gettato nel panico i pensionati coinvolti, i quali, dopo l’indicizzazione incompleta arrivata con la legge di stabilità entro i duemila euro, si sarebbero visti sobbarcare un ulteriore costo sociale, quello del potere di acquisto delle famiglie del ceto medio-basso.

Ora, però, con le dichiarazioni di Renzi, sembra che la possibilità di ricorrere alle pensioni sotto i duemila euro, sia del tutto scongiurata. Restano, dunque, al vaglio le pensioni d’oro, le quali saranno nuovamente chiamate a un sacrificio in nome della solidarietà sociale.

“Se il 27 maggio non avrete i soldi in busta paga, potrete dire che sono un buffone” ha esclamato Renzi, rivolgendosi ai lavoratori, nel corso della trasmissione “Porta a porta”, in cui ha presentato il programma di interventi nell’economia, su tutti, ovviamente, il “suo” Jobs Act, che ha nel bonus agli stipendi il suo punto centrale.

Sui pensionati, invece, ancora silenzio assoluto da parte del governo, che sembra aver rimandato la questione a data da destinarsi: nei calendario dei prossimi mesi, infatti, non è ancora fissata una scadenza per risolvere il problema degli esodati, o dei Quota 96 che attendono da lungo tempo l’autorizzazione per lasciare il posto di lavoro.

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