Marò in India, altro rinvio al 24 febbraio, in attesa del governo Renzi

Redazione 18/02/14
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Altro rinvio per l’infinita storia dei marò in India. Lo scorso lunedì, la Corte Suprema indiana ha deciso di aggiornarsi a oggi per definire il caso dei due fucilieri italiani,trattenuti da ormai due anni a Nuova Delhi e in attesa di giudizio. Stamattina, altro slittamento sulla decisione: la Corte si è aggiornata al 24 febbraio.

Dopo gli ultimi sviluppi, è stata scongiurata la pena di morte per i due ufficiali di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Neanche a dirlo, l’udienza odierna arriva in un momento a dir poco delicato, dove il nostro Paese si trova in una situazione di vuoto governativo, nel passaggio di testimone tra Enrico Letta e Matteo Renzi.

In ogni caso, secondo le indiscrezioni che circolano sul totoministri, il ministro responsabile della Farnesina non dovrebbe cambiare: Emma Bonino dovrebbe continuare a guidare gli esteri anche nel nuovo esecutivo.

Questo, dovrebbe sicuramente favorire i rapporti già difficili con le autorità indiane per la liberazione dei marò, i quali, come si diceva, hanno scampato la condanna a morte, ma potrebbero ancora essere incriminati per la legge antipirateria, come richiesto dalla Procura locale.

In territorio indiano, si trova l’inviato Staffan De Mistura, che ha voluto rassicurare sugli interrogativi inerenti il passaggio tra i due governi in Italia: “L’esecutivo che sta terminando e quello che verrà hanno una posizione chiara e determinata, volta a riportare i due Fucilieri di Marina a casa”.

Intanto, tornano a parlare i diretti interessati“Noi auspichiamo che la nostra innocenza venga evidenziata – ha detto Latorre –  aspettiamo con i piedi per terra. Abbiamo vissuto questi due anni con molta dignitosa sofferenza. Il periodo più brutto è stato quello passato in carcere, dietro le sbarre”.

A questo punto, si attende la decisione odierna della Corte. Gli scenari rimasti sono essenzialmente due: o l’applicazione della legge antiterrorismo al caso dei marò, oppure la dichiarazione di non applicabilità delle varie discipline legislative occorse nelle udienze. “In entrambi i casi – ha assicurato De Mistura – avremo una specifica risposta”.

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