AvcPass, avvio flop: poche stazioni iscritte e nessun richiamo in Gazzetta

Redazione 10/01/14
Scarica PDF Stampa
Il nuovo sistema per gli appalti AVCPass non parte con il piede giusto. Attivo dallo scorso 2 gennaio, dopo la prima settimana di sperimentazione, i risultati dell’accesso al sistema sono ben al di sotto del livello sperato.

Sarebbero poche decine, infatti, le stazioni appaltanti che, a oggi, hanno effettuato l’accesso alla piattaforma per il controllo dei requisiti online da parte dei soggetti intenzionati a partecipare a bandi di gara indetti dagli enti pubblici.

Lo conferma l’associazione Anorc, la quale prefigura uno scenario d a dir poco inquietante, cioè che, allo stato attuale, si continui a prediligere la verifica cartacea come in vigore fino a tutto il 2013, mentre le procedure per l’anno appena iniziato parlano espressamente di verifica digitale. Ciò, ovviamente, potrebbe anche generare in teoria un fiume di ricorsi per le pratiche non svolte secondo le nuove disposizioni di legge, bloccando di fatto l’intera macchina degli appalti.

Con il termine Avcpass, lo ricordiamo, si intende Authority Virtual Company Passport, un nuovo strumento, messo a punto dal governo con la partecipazione degli enti locali e degli organismi pubblici deputati al controllo delle regole per l’assegnazione dei lavori, orientato alla verifica di tutti i requisiti per la partecipazione ai bandi di gara, disciplinati dal codice dei contratti pubblici.

Secondo le nuove disposizioni, allora, l’intera documentazione deve essere acquisita dalla Banca Dati nazionale dei contratti pubblici, dunque una procedura molto ferrea che, però, al momento sta venendo snobbata dagli attori del sistema appalti.

Addirittura, però, denuncia sempre l’associazione, in Gazzetta Ufficiale non si sarebbe ancora trovata traccia nelle procedure pubblicate da parte delle stesse stazioni appaltanti sui bandi pubblicati. E, questo, a partire dallo scorso primo gennaio: insomma, gli enti faticano ad adattarsi e il rischio è che, in futuro, possano pagare molto cara questa bassa predisposizione all’aggiornamento telematico.

Ecco il comunicato Anicor per esteso:

Dal primo gennaio 2014 è stato formalmente avviato il servizio Avcpass (Authority Virtual Company Passport), il sistema informatico che permette la verifica dei requisiti degli appaltatori della PA. In base all’art. 6-bis del dlgs 163/2006, infatti, la documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario per la partecipazione alle procedure disciplinate dal Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture deve essere acquisita esclusivamente attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici.

Il sistema sarebbe inizialmente dovuto entrare in vigore dal primo gennaio del 2013 ma la data aveva subito, per volontà dell’Authority (delibera 111/2012), uno slittamento di un anno, per dare il tempo agli operatori pubblici e privati coinvolti di abituarsi e adeguarsi al nuovo sistema informatico.
Nonostante l’obbligo vigente pare però che le stazioni appaltanti registratesi sulla piattaforma informatica siano state finora solo poche decine, dato che lascia prefigurare uno scenario allarmante, ovvero che si continui a utilizzare ancora la verifica cartacea dei requisiti delle imprese con il rischio che si possano aprire dei contenziosi tra le imprese stesse e le PA inadempienti che non si sono iscritte ancora alla piattaforma informatica (per le PA inadempienti non è prevista alcune sanzione).

Non solo, l’obbligo di utilizzo della piattaforma Avcpass dovrebbe implicare anche che le stazioni appaltanti richiamino tale obbligo in tutte le procedure pubblicate in G.U. a partire dal primo gennaio 2014, mentre risulta che nei bandi pubblicati in questi primi giorni di gennaio l’obbligo non sia stato di fatto riportato.

Lo stesso Luciano Berarducci, consigliere dell’Autorità con delega all’Avcpass, denuncia una mancanza di risposta da parte della PA: nonostante nel 2013 siano state investite per la realizzazione e l’avvio di questo nuovo sistema consistenti cifre in servizi informatici e nella formazione degli operatori pubblici e privati, e siano stati messi a disposizione sul sito dell’Autorità 11 manuali operativi per l’utilizzo dell’Avcpass, nell’arco dell’anno passato – che avrebbe dovuto essere preparatorio all’ingresso del nuovo sistema obbligatorio – sono state solo 141 le gare per cui è stato nominato un incaricato per eseguire le verifiche tramite l’Avcpass e solo 252 le comprove di verifiche eseguite.

Tuttavia, occorre evidenziare che un’importante criticità di questo sistema – sicuramente volto a semplificare e ad accelerare tali procedure attraverso la dematerializzazione dei documenti cartacei – è costituita dalla proliferazione esponenziale delle caselle di posta elettronica certificata.
In effetti, come prescritto dalla delibera 111 dell’Avcp, è necessario che ciascuno dei seguenti soggetti possieda un indirizzo PEC:

 

  • stazione appaltante/ente aggiudicatore (PEC relativa all’Area Organizzativa Omogenea di Protocollo di appartenenza);
  • Responsabile del Procedimento (casella PEC personale);
  • almeno un amministratore/legale rappresentante di ogni operatore economico (casella PEC personale dell’amministratore e casella PEC dell’operatore economico); nel caso di operatore economico persona fisica casella PEC personale;
  • eventuale delegato dall’operatore economico (casella PEC personale del delegato e casella PEC dell’operatore economico);
  • Presidente di Commissione, Commissari di gara ovvero altri soggetti abilitati alla verifica dei requisiti per il tramite del sistema AVCPASS (casella PEC personale).

Oltre a questo, si consideri che i documenti ricevuti sulla casella di PEC “personale” dei diversi soggetti individuati dalla delibera, non solo devono essere correttamente conservati ai sensi degli artt. 43, 44 e 44-bis del CAD, ma devono essere comunque registrati al protocollo, o direttamente dal soggetto che li riceve, creando una sorta di decentramento della protocollazione (purché il software di gestione del protocollo sia multiPEC), oppure inoltrandoli a un’unica PEC istituzionale per garantirne la protocollazione e la conseguente conservazione. 

Qui è possibile accedere a un corso online sul tema

Gli appalti pubblici dopo l’AvcPass: Simulazione operativa di tutti gli adempimenti e le ultime novità normative

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento