La riscossa della legalità: tutto sui piani anticorruzione 2014

Redazione 02/01/14
Scarica PDF Stampa

Conto alla rovescia – data ultima il 31 gennaio 2014 – per la presentazione dei Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione obbligatori per tutte le amministrazioni pubbliche d’Italia e gli enti privati in controllo pubblico. Di fortissima entità le sanzioni e le responsabilità in capo alle strutture ed ai funzionari inadempienti. Finalmente parte la complessa macchina della legalità richiesta allo Stato Italiano dalla comunità internazionale.

Arriva in libreria il libro PIANO NAZIONALE E PIANI DECENTRATI ANTICORRUZIONE, edito dalla Maggioli Editore.

Della materia si sono occupati Franzina Bilardo (“storica” blogger di LeggiOggi e avvocato che si dedica da anni alla legislazione penale specialistica) e Moreno Prosperi (laureato in scienze statistiche e specialista in organizzazione aziendale), autori di un importante libro – 600 pagine più CD di appendice normativa – edito da Maggioli Editore, dal titolo “Piano nazionale e piani decentrati anticorruzione”.

Il libro affronta la materia attraverso un’analisi certosina di tutta la legislazione anticorruzione dell’ultimo anno (dalla Legge 190/2012 sino all’ultimo Decreto Legge 101/2013 convertito in Legge 125/2013), ma soprattutto offre risposte mirate e tecnicamente affidabili al problema delle concrete modalità di costruzione dei Piani Triennali della Prevenzione della Corruzione.

Una prima, spontanea, domanda: come mai un libro a quattro mani tra un avvocato e uno specialista in organizzazione aziendale?

Si tratta di una scelta nient’affatto casuale o improvvisata. E’ da anni che, in parallelo alle nostre specifiche ed autonome attività libero professionali, ci occupiamo in tandem di assistenza e formazione multidisciplinare in favore di persone giuridiche (pubbliche e private) ed in materia di legislazione specialistica. Il nostro è un binomio che si è consolidato soprattutto quando abbiamo deciso di affrontare insieme le problematiche legate alla redazione e gestione dei Modelli di Organizzazione e gestione richiesti agli enti dal D.Lgs. 231/2001. Sono Modelli che non è possibile predisporre e seguire seriamente senza attivare un duplice piano di competenze: quello strettamente giuridico, afferente alla individuazione e controllo delle aree a rischio di reati; quello di natura squisitamente organizzativa, concernente la gestione dello stesso rischio nella specifica struttura di riferimento. I Piani Triennali della Prevenzione della Corruzione possono considerarsi i “cugini pubblici” dei Modelli di organizzazione 231, con l’ulteriore difficoltà che si inseriscono in un ambito istituzionale (quello amministrativo) disciplinato da norme e da principi giuridici tecnicamente non derogabili. La trattazione della materia anticorruzione è stata per noi uno stimolo intellettuale e professionale assolutamente straordinario …

Il vostro libro adotta la tecnica delle “100 domande -100 risposte”: come mai?

E’ stata una scelta condivisa con la dott. Claudia Galli, l’arguta responsabile editoriale della Maggioli che ci ha seguito in questo lungo anno di preparazione del libro. Avevamo la necessità di affrontare, con rigore scientifico, una materia vastissima – la legge Severino e tutti i decreti legislativi conseguenziali, le modifiche del sistema sanzionatorio e delle fattispecie di reato, l’analisi del Piano Nazionale Anticorruzione, l’esplicitazione dei criteri e della logica di costruzione dei Piani Anticorruzione decentrati – e volevamo evitare il consueto clichè del manuale scolastico o del saggio monografico. Abbiamo preferito immaginare cosa sarebbe stato maggiormente gradito al lettore e siamo arrivati alla conclusione che avrebbe fatto certamente “comodo” dialogare con uno specialista della materia per ottenere ausili e risposte ad una miriade di possibili quesiti e curiosità. Il risultato riteniamo sia stato estremamente soddisfacente, anche perché attraverso le singole domande dell’indice ci si potrà muovere agevolmente all’interno di una legislazione che putroppo rimane caratterizzata da una oggettiva complessità, non di rado accompagnata da momenti di reale equivocità esegetica. Alle 100 (ma sono in realtà di più) risposte abbiamo affiancato anche un costante richiamo ipertestuale interno (che dunque consentirà un immediato e logico collegamento all’intera materia) e il tutto è stato corredato da un CD contenente la  normativa discussa.

La vostra dedica del libro è piuttosto inusuale “… Ai dipendenti, ai cittadini ed agli imprenditori

stanchi di subire abusi e soprusi …”: c’è una ragione particolare?

Anche questa non è stata una scelta casuale. Desideravamo dedicare il libro alle ideali vittime della corruzione (intesa come illegalità nell’ambito della Pubblica Amministrazione). Non ci voleva molta fantasia per individuarle: i cittadini perché sono coloro che, oggi più che mai, stanno patendo i danni di decenni di illegalità “di Stato” e dunque meritano – si ribadisce oggi più mai – di essere tutelati e protetti da questa inaccettabile piaga sociale; gli imprenditori, soprattutto i piccoli, perché sono quelli che, da sempre, sono stati “massacrati” da condotte illecite in loro danno o in favore dei cd. tangentisti; i dipendenti della pubblica amministrazioni perché sono quelli che, troppo spesso purtroppo, sono stati trattati loro malgrado alla stregua di pedine occulte degli interessi illeciti dei loro superiori o degli organi di indirizzo politico. I dipendenti peraltro – e tra questi intendiamo riferirci anche ai dirigenti onesti, sovente “vittime” dei politici da cui dipendono le loro carriere – sono quelli cui è legata la concreta applicabilità del programma anticorruzione e sono anche quelli su cui ricadrà la scure delle responsabilità personali – penali, civili e disciplinari – nonché tutti i rischi connessi all’eventuale commissione di fatti delittuosi all’interno della loro amministrazione. Si pensi, ad esempio, a tutti i responsabili della prevenzione della corruzione che sono o saranno nominati, o si considerino i segretari comunali (responsabili della prevenzione della corruzione ex officio), non si sa più quante volte soggetti – anche causa del sistema dello spoil system introdotto dal sistema Bassanini – ai capricci o ai desiderata dei sindaci e delle giunte comunali, pena la perdita del loro posto di lavoro.

Per tutto il corso del libro, il nostro sguardo è stato rivolto idealmente a queste tre categorie di “vittime”, e non è dunque un caso che in questa precipua ottica sia stato spesso offerto un possibile strumento di protezione penalistico.

Ma, siamo proprio sicuri, che questa volta il sistema anticorruzione partirà davvero?

Sì. Stavolta sì. Stavolta è proprio la riscossa della legalità. Ormai l’Italia non può più permettersi di rinviare ciò che i nostri “partner” internazionali ci sollecitano da tempo.

Se vogliamo rimanere all’interno della comunità internazionale siamo costretti ad adeguarci a ciò che da anni viene praticato in tutto il mondo …. a meno che non si decida (ma ci rifiutiamo di credere che possa essere il caso dell’Italia) di rimanere tagliati fuori dalla società “civile”, assimilati all’ultimo staterello sito nella più infima appendice del globo terrestre.

Certo, l’applicazione della Legge Severino ha risentito dei sussulti della politica di quest’ultimo anno ed è stata cumulata tutta una serie di ritardi a catena; ma, alla fine, gli appuntamenti principali sono stati puntualmente rispettati, quasi tutti la legislazione delegata è stata emanata ed è stato, soprattutto, varato il Piano Nazionale Anticorruzione, apripista e punto di riferimento cui dovranno adeguarsi tutte le amministrazioni d’Italia nella redazione dei loro Piani Anticorruzione decentrati. La data del 31 gennaio 2014 è, ovviamente, un primo momento, il sistema è ancora in fase di implementazione ed i Piani dovranno essere costantemente aggiornati e rivisti. Una cosa però è certa: il dado è tratto e non si potrà tornare più indietro. 

 

Secondo voi il varo del nuovo sistema anticorruzione consentirà davvero di combattere l’illegalità nella Pubblica Amministrazione?

Diciamo che ci sono tutti i presupposti perché ciò avvenga realmente. Innanzitutto, si tratta di un sistema composito ed integrato (il che innalza enormemente il livello di protezione della legalità) giacché si basa su una convergenza dei nuovi apparati legislativi anticorruzione – della “trasparenza”, della “inconferibilità-incompatibilità”, del “codice di comportamento”, delle “white list” – in cui deve dovrà anche innestarsi ed amalgamarsi il sistema Brunetta del 2009. Non basta: è stata introdotta una stringente catena di responsabilità – dirette, indirette e trasversali – a carico di chi, all’interno dell’amministrazione, venga meno ai propri doveri di ottemperanza alle azioni richieste da ogni singola legge o decreto anticorruzione. E per finire, il controllo dell’intero sistema sarà affidato, oltre che alle “ordinarie” Procure Generali della Corte dei Conti e Procure della Repubblica,  anche ai comuni cittadini (che potranno sapere e chiedere cosa succede all’interno delle amministrazioni attraverso l’istituto dell’accesso civico o lo strumento della bussola della trasparenza); agli stessi dipendenti che abbiano il coraggio di denunciare le eventuali malefatte cui si trovino ad assistere, per i quali scatterà uno stringente meccanismo di assistenza anti-ritorsione; alle associazioni dei consumatori, espressamente chiamati dal Piano Nazionale Anticorruzione ad una partecipazione attiva nella fase di redazione, implementazione e vigilanza sui Piani decentrati. Insomma, la futura rete anticorruzione avrà le maglie particolarmente forti e fitte, e francamente dubitiamo che possa essere elusa o rotta con la stessa facilità di quanto si sia fatto sino adesso.

 

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento