Legge di stabilità 2014, verso emendamento scaccia Imu per gennaio

Redazione 04/12/13
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Pasticcio Imu, c’è la via d’uscita, forse. Come al solito, il salvagente che il governo offre a se stesso e, soprattutto, ai contribuenti, non può che essere incluso dentro la legge di stabilità 2014, ormai tampone di tutti i fronti lasciati aperti. Da mercoledì della scorsa settimana, infatti, l’esecutivo si trova al centro di un vero e proprio vespaio a seguito della conferma del conguaglio Imu per il prossimo 16 gennaio.

Quanti sono gli immobili coinvolti? In quali Comuni penderà il mini balzello? Quanto si dovrà pagare? Negli ultimi giorni, associazioni di categoria, centri studi e le iniziative più svariate, hanno cercato di tracciare un profilo di questa nuova Imu ai tempi supplementari, con la previsione del versamento al 40% del dovuto, con lo Stato che dovrebbe confermare la copertura per la quota rimanente.

Se l’elenco dei Comuni è ormai ufficiale, con la scadenza della finestra per le delibere sulla fiscalità locale dello scorso 30 novembre, molto più vaghe restano le indicazioni sugli immobili che effettivamente si troveranno sottoposti al doppio balzello in contemporanea per il 16 gennaio, ossia il ritorno dell’Imu e l’arrivo della Iuc. SCOPRI COME CALCOLARE L’IMPORTO IMU PER GENNAIO

Nel frattempo però, dalle parti della maggioranza non è ancora svanita la speranza di vedere abolita del tutto la seconda rata, riuscendo così a scongiurare il pagamento delle quote che tanto clamore stanno suscitando. L’occasione giusta per trovare le coperture sarebbe rappresentata proprio dalla legge di stabilità appena sbarcata a Montecitorio.

Dunque, il carico delle diverse centinaia di milioni necessari alla copertura completa della seconda rata Imu – dei 2,9 miliardi necessari, infatti il ministro dell’Economia Saccomanni ne ha trovati solo 2,1 – potrebbe essere iscritto a bilancio per l’anno a venire, dove troverebbe maggiori margini di inserimento.

L’ipotesi è già stata messa a punto: il finanziamento verrebbe recuperato tramite una maggiore dotazione al fondo di solidarietà, corrispondente a oltre 6 miliardi e mezzo per il prossimo anno. non è escluso, comunque, che si proceda per una ridefinizione del conguaglio, in modo da renderlo ancor più ridotto, invece che cancellarlo con un colpo di spugna.

Insomma, le strade aperte restano tante, ma il tempo a disposizione è davvero poco.

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