Depenalizzazione dei reati tributari, la ricetta Pdl per salvare Berlusconi

Redazione 12/11/13
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Che la delega fiscale sia rimasta al palo negli ultimi mesi, non è certo una novità: il disegno di legge giace in qualche cassetto a palazzo Madama, dopo l’ok ricevuto nei mesi scorsi dalla Camera dei deputati. Nelle ultime ore, però, ha preso corpo un’ipotesi che, se confermata, potrebbe portare a un’improvvisa accelerazione nell’iter di approvazione del ddl. Secondo quanto ha riferito il quotidiano  Repubblica, infatti, sarebbe allo studio un emendamento per salvare in extremis nientemeno che Silvio Berlusconi.

Condannato in via definitiva dalla Cassazione per frode fiscale, in attesa del ricalcolo dell’interdizione dai pubblici uffici dopo la pronuncia della Corte d’Appello, Berlusconi sembrava ormai rassegnato ad attendere il voto della sua decadenza da senatore, mentre nel suo partito stanno volando gli stracci tra gli ex fedelissimi.

Invece, proprio grazie a due falchi come Renato Brunetta, capogruppo alla Camera, e Daniele Capezzone, l’ultima trovata degli esponenti Pdl per cercare di lanciare un’ancora al leader ferito è quella di usare un metodo drastico: depenalizzare i reati tributari.

Naturalmente, si tratta di una proposta che incontrerebbe le resistenze di quasi tutto l’arco parlamentare e che assai difficilmente potrebbe ricevere l’ok da parte degli altri partiti.

In ogni caso, dalle parti del centrodestra non si sono ancora rassegnati a vedersi privati del proprio personaggio più rappresentativo, che potrebbe venire allontanato da palazzo Madama entro fine anno.

Secondo la ricostruzione, l’obiettivo dei due eletti nelle file del Popolo della libertà, sarebbe quello di procrastinare il più possibile la votazione sulla decadenza dell’ex premier, cercando di inserire la norma all’interno di qualche legge che in approvazione nelle prossime settimane.

Quello inserito in delega fiscale, dunque, potrebbe solo fungere da indicatore generico per una revisione delle pene per chi commette reati tributari, per inserire, poi, magari proprio nell’imminente legge di stabilità 2014, una norma in grado di togliere Berlusconi dalle grinfie della giustizia.

Un piano ardito che, forse, non andrà in porto ma che conferma ancora una volta come la figura del Cavaliere in politica non sia affatto tramontata.

Redazione

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