Delitto di Garlasco. La Cassazione dice: “Tutto da rifare”

Luisa Camboni 11/11/13
Scarica PDF Stampa
La Giustizia Italiana, inaspettatamente, ci offre i suoi colpi di scena.

In questi giorni, difatti, sono state pubblicate le motivazioni per le quali la Corte di Cassazione, il 18 aprile scorso, ha annullato l’assoluzione di Alberto Stasi.

Motivazioni che hanno suscitato clamore agli addetti ai lavori, agli esperti di diritto perché mai, e poi mai, si poteva immaginare che i Giudici della Suprema Corte, chiamati a decidere soltanto delle questioni di legittimità, in questo caso si sono spinti ben oltre, entrando nelle questioni di merito. In altri termini, i Giudici, invece di limitarsi a valutare gli aspetti procedurali, hanno rifatto in toto il processo.

Il reato di cui Stasi è ritenuto colpevole – omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi nell’agosto 2007- noto all’opinione pubblica come “ Delitto di Garlasco”, rischiava di restare, come gran parte dei gravi casi di cronaca nera, di cui l’Italia, da un paio d’anni a questa parte, si sta macchiando, irrisolto.

Ma non pare proprio che tale delitto resti senza colpevole perché i Giudici di Piazza Cavour hanno sancito, con queste motivazioni, un semplice “ Tutto da rifare”. Ma non è affatto un semplice “ Tutto da rifare”.

Un “Tutto da rifare” che ha il suo peso, la sua importanza.

Un “ Tutto da rifare” che ha azzerato il lavoro precedente e che chiede di iniziare un nuovo processo: un appello – bis.

Un “Tutto da rifare” che pesa come un macigno sull’unico indagato/imputato Alberto Stasi il quale dovrà indossare, di nuovo, le vesti di imputato.

Un “Tutto da rifare” che riaccende la speranza di Giustizia alla famiglia Poggi che, mai, a dire della madre della vittima, è venuta meno, neppure quando Alberto Stasi è stato assolto nei precedenti gradi di giudizio.

Un “Tutto da rifare” che significa dare valore a prove sottovalutate e valutare prove mai acquisite. Infatti, sono stati imposti nuovi esami sulla bicicletta nera, sul capello castano trovato nella mano della vittima … I Giudici di Piazza Cavour hanno accolto queste richieste formulate dalla difesa di parte di civile, così motivando “ La ricostruzione dei fatti non consente di pervenire ad un risultato di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza”.

Con questo “Tutto da rifare”, insomma, Stasi non ha proprio convinto, nella sua narrazione dei fatti, i Giudici di Piazza Cavour.

Non ci resta, dunque, che attendere il luogo e la data in cui il nuovo processo prenderà avvio nella speranza che l’esame di tutti i tasselli della vicenda possa fugare ogni dubbio al fine di giungere alla tanto auspicata Giustizia.

Luisa Camboni

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento