Imu, Iva al 22%, riforma pensioni, esodati: le prossime mosse di Letta

Redazione 03/10/13
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Tutto doveva cambiare e, alla fine, nulla è davvero cambiato. Ora che il governo Letta non solo è rimasto in sella, ma ha allargato il proprio consenso parlamentare, portando nell’attuale maggioranza anche i transfughi grillini, riparte il valzer delle leggi che devono essere approvate, convertite e – in qualche caso – scritte, ma in tempistiche piuttosto urgenti.

La crisi di governo, in realtà, una vittima l’ha fatta: sono i consumatori che, con l’incremento dell’Iva al 22%, arrivato puntuale il primo ottobre mentre l’esecutivo sembrava ormai agli sgoccioli, hanno già visto crescere i prezzi di alimentari, abbigliamento, tecnologia, benzina e altri innumerevoli categorie merceologiche.

Cosa farà il governo in proposito? Interverrà con un decreto d’urgenza per riportare l’aliquota Iva al 21%, oppure tirerà avanti come se nulla fosse, incamerando il surplus di gettito che costerà, in media circa 200 euro in più a famiglia? Tutto ciò che di nuovo dovrebbe riguardare l’imposta sul valore aggiunto, potrebbe trovare spazio in legge di stabilità e riguarderà una ridefinizione dell’appartenenza delle varie categorie di merci rispetto alle singole aliquote. Ma sulla riduzione, pare che le speranze siano davvero poche.

Delega fiscale. Approvato nei giorni scorsi alla Camera, il ddl che ridisegna l’architettura fiscale dovrà essere convertito entro pochi giorni al Senato. Al suo interno, va ricordato, si trovano novità fondamentali come la riforma del catasto e la nuova metodologia di calcolo del valore catastale sui metri quadrati. 

Imu. Abolita con il decreto di fine agosto, che ne sanciva la sparizione immediata per le prime case, descrivendo per fine anno anche la road map per la cancellazione completa, ora si attende la conversione che sancirà, parallelamente, le fondamenta della prossima Service tax, che dovrebbe inglobare sia la tassa sugli immobili che la Tares. Per cancellare la rata Imu di dicembre, comunque, serviranno almeno due miliardi.

Costo del lavoro. Come annunciato di recente, il governo ha intenzione di alleggerire il peso del cosiddetto cuneo fiscale, a favore tanto dei datori di lavoro, quanto dei dipendenti che dovrebbero trovarsi più soldi in busta paga.

Riforma pensioni. Tra le misure in attesa di essere varate, anche l’innalzamento delle pensioni minime, che il ministro del Welfare ha auspicato già in estate, con l’introduzione di qualche strumento per abbassare l’età pensionabile, ma senza ricorrere alla ormai tramontata proposta Damiano, con il bonus del 2% per ogni anno lavorato in più e l’analogo malus per 12 mesi in meno.

Esodati. Mentre le pensioni effettive procedono a rilento, il governo ha inserito nel decreto di abolizione dell’Imu la salvaguardia anche per altri 6500 lavoratori non tutelati, oltre ai 130mila già salvati dai decreti e in attesa di ricevere una pensione. Nei propositi del governo, poi, ci sarebbe anche una legge per tutelare i possibili “esodandi”, ossia coloro che potrebbero ingrossare le schiere degli esodati nei mesi a venire.

 

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