Fiducia a Letta, perché ora Berlusconi potrebbe salvarsi dalla decadenza

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Il governo ha incassato la fiducia, Berlusconi ha ceduto al pressing dei suoi ex delfini, improvvisamente ribelli nell’avversare il suo diktat di un riportare il Paese al voto, e la sua parabola sembra ormai orientata a un declino inevitabile. Prima, la condanna definitiva in Cassazione, poi la decadenza pronunciata dalla Giunta per le autorizzazioni del Senato, ora anche le fronde interne al Pdl: Cavalier senza speranza, parrebbe.

Insomma, la storia politica di Silvio Berlusconi sembra proprio al capitolo finale. O forse no? Di fronte alla situazione attuale, non paiono esserci alternative per il Cav, ormai in difficoltà anche a trattenere i più fidi alleati come Roberto Formigoni, Maurizio Lupi e anche quell’Angelino Alfano che ha sempre anteposto – fino a ieri – la figura del leader al proprio ruolo di segretario Pdl.

E invece, di fronte a tutto questo caos, ben rappresentato questa mattina al Senato, con tanto di liste di eversori Pdl esibite a favor di macchi a fotografica, nomi e cognomi di coloro pronti a voltare le spalle allo storico leader del centrodestra italiano nella seconda Repubblica, poi evaporate con la decisione unanime di dare l’ok al governo, sembra che Berlusconi potrebbe aver stravolto un calendario che sembrava non lasciare scampo alla sua decadenza da senatore in base alla legge Severino.

Ormai, infatti, manca solo l’ultimo passaggio per ratificare l’addio del Cavaliere al Parlamento, che è già fissato per questo venerdì 4 ottobre, dunque in tempi strettissimi. E allora, come potrebbe trarre giovamento l’ex premier di una situazione così apparentemente ingarbugliata, al punto da vederlo alle corde anche nel suo stesso partito?

A spiegare il beneficio che il Cavaliere potrebbe ricavare dallo scenario attuale, al punto da vedere prolungata incredibilmente la propria permanenza in Senato, è il politologo Alessandro Campi.

Questa mattina, infatti, la frattura all’interno del Pdl era già apparsa ormai troppo larga per una ricomposizione, al punto che lo stesso ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni metteva le mani avanti, annunciando la nascita del nuovo gruppo dei Popolari.

Poi, l’improvviso dietrofront del Cavaliere a pochi minuti dal voto, e un confronto che però non è rimandato, all’interno del partito, con il ministro per le Riforme Quagliariello a sottolineare in tutta fretta l’esistenza di due gruppi distinti in seno al Pdl, ma che hanno come comune denominatore proprio la figura di Belrusocni.

Dunque, la formazione di un nuovo gruppo al Senato è tutto fuorché tramontata e, anzi, a ben vedere converrebbe proprio al Cavaliere per guadagnare tempo prezioso in vista dell’imminente decadenza. Se dovesse formarsi un nuovo soggetto in emiciclo a palazzo Madama, spiega infatti Campi, questo avrà le credenziali in regola per chiedere “ricalcolo su base proporzionale della composizione della Giunta per le autorizzazioni del Senato”.

Questo, a poche ore dalla votazione finale sulla decadenza di Berlusconi, potrebbe indurre a uno stop improvviso per consentire l’equa rappresentanza di tutti i gruppi presenti in aula, un procedimento che, assicura Campi, “richiederà settimane, tra ostruzionismi e cavilli procedurali”.

E quale sarà l’esito immediato di questo marasma che potrebbe prodursi in Giunta? La risposta, secondo il politologo, è semplice: “Salta la votazione del prossimo 4 ottobre per la decadenza di Berlusconi e si allungano a dismisura i tempi della medesima”.

Francesco Maltoni

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