Decreto PA, oltre i precari: le novità su auto, consulenze e mobilità

Redazione 03/09/13
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Decreto precari, certo, ma anche una profonda revisione delle spese ritenute superflue in seno alle pubbliche amministrazioni. C’è molto altro oltre al comparto strettamente occupazionale nel decreto 101/2013, altrimenti noto come decreto precari nella PA, la cui corretta denominazione èDisposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”.

Dunque, per tenere fede al titolo scelto dal governo a un provvedimento atteso da molto tempo, in primis proprio da coloro che prestano servizio nella pubblica amministrazione con contratti a termine, sono stati inserite anche misure di altro tipo, rivolte alla riduzione degli sprechi nella macchina statale.

Uno dei capitoli più ricorrenti quando si parla di spending review e assimilati, allora, è indubbiamente quello delle auto blu, che vedono protrarsi fino al 31 dicembre 2015 il blocco delle acquisizioni: dunque, altri 12 mesi senza innesti nel parco delle auto di servizio. C’è un ulteriore giro di vite al ricorso selvaggio alle vetture pagate coi soldi pubblici, e riguarda la mancata comunicazione delle informazioni sul censimento permanente delle auto: le PA inadempienti non potranno eccedere l’80% del tetto di spesa 2013 per acquistare, noleggiare o utilizzare le vetture.

Passando, invece, all’ambito delle consulenze – altro cavallo di battaglia quando si parla di sprechi e favoritismi nell’amministrazione dello Stato – viene stabilito un taglio del 10% in aggiunta all’80% dei costi sostenuti nel 2009, anche se alcuni dati confermano che nei due anni successivi a quello di riferimento, non ci siano stati decrementi significativi nel conto consulenze.

Oltre alle previsioni dei contratti dei precari, che non potranno essere trasformati automaticamente a tempo indeterminato, ma dovranno passare le restrizioni inserite nel decreto, ad esempio con il 50% dei posti riservati nei concorsi pubblici, il decreto introduce alcune novità in ambito di ricorso alla mobilità.

Come noto, infatti, parallelo a quello dei lavoratori precari, sussiste il problema degli esuberi, che dovranno falcidiare gli enti nell’arco dello stesso periodo in cui verranno messe a regime le stabilizzazioni. Anche per questo motivo, il provvedimento del governo sancisce che la mobilità volontaria non è più un requisito ineludibile per procedere a nuove assunzioni: dunque, il ricorso ad essa torna a essere facoltativo. Sempre in materia di mobilità, viene introdotto anche il principio secondo cui sarà possibile trasferire un contratto da una società partecipata a un’altra, purché non si ricorra all’0rganico dell’ente proprietario. Questo strumento viene istituito soprattutto per le controllate che versano in cattive condizioni economiche, al fine di favorire la ricollocazione dei lavoratori a rischio.

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