Spesometro 2013, tutto fermo. L’Agenzia delle Entrate non si pronuncia

Redazione 13/05/13
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Fiato sospeso per lo Spesometro 2013. Dopo l’annullamento della data ultima, inizialmente fissata per lo scorso martedì 30 aprile, le istituzioni non si sono ancora pronunciate sul nuovo termine conclusivo al di là del quale entrerà in azione il mirino statale sulle operazioni oltre i 3mila euro e non debitamente segnalate da parte dei soggetti titolari di partita Iva.

Sono loro, infatti, i principali destinatari della nuova misura sul traffico monetario, che verrà tenuto sotto stretta osservazione dallo strumento varato dal tesoro in compartecipazione con l’Agenzia delle Entrate.

Del resto, il governo in prima persona non ha inserito il metro delle spese per i titolari di partita Iva tra le priorità da affrontare nei primi cento giorni – Cig, esodati, Imu, legge elettorale – e tutto lascia intendere che lo strumento pronto per partire a fine aprile verrà congelato almeno fino alla fine dell’estate, quando il governo potrebbe tornare alla ricerca di qualche nuova fonte di entrate in previsione della futura legge di stabilità.

In aggiunta, proprio di recente sono state varate misure che lasciano intendere come il ricorso allo Spesometro potrebbe non essere nei piani più urgenti del comparto tributario: basti pensare, ad esempio, all’elenco dei soggetti riconosciuti ad accedere all’elenco dei 5 per mille, alla rateizzazione dei debiti, ai trasferimenti delle eccedenze e al blocco delle ipoteche e la revisione dei termini per accedere alla rateazione.

Nello specifico, è bene ricordare che lo Spesometro prevede la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle operazioni a partire dai 3mila euro, mentre per quelle che oltrepassano i 3mila e 600 reclamano l’obbligo di fattura. La data finale del 30 aprile 2013 era stata indicata dall’Agenzia delle Entrate al fine di rendicontare tutte le operazioni soggette a questi valori tenute entro la fine del 2012. Poi, l’improvviso stop, che a oggi non è ancora stato sbloccato, per la gioia, indubbiamente, di migliaia di contribuenti.

Va tenuto presente, comunque, che lo Spesometro non contempla quelle transazioni di denaro che riguardano cessioni di beni, prestazioni di servizi, allo stesso modo di ricevute nei riguardi di Paesi ritenuti paradisi fiscali e adeguatamente segnalati dalle autorità preposte alla classificazione degli stessi.

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