Mancata moderazione dei commenti: blogger condannata per diffamazione

Redazione 09/05/13
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Sentenza storica al tribunale di Varese, dove una blogger è stata condannata per diffamazione per via di alcuni commenti ritenuti offensivi pubblicati su blog e forum di cui era amministratrice. A emettere il giudizio, il gup Giuseppe Battaino, dopo la richiesta del ricorso al rito abbreviato.

La questione era sorta nel 2008, quando alcuni teenager veneti decisero di aprire un sito con tanto di forum di discussione su temi letterari dal nome “Writer’s dream”, su cui postare recensioni sui volumi pubblicati dalle case editrici e giudizi sugli scrittori emergenti.

Il portale nasceva come polo di attrazione per romanzieri alle prime armi che volessero sfoggiare le loro abilità di scrittura e magari attirare l’attenzione delle case editrici, sperando in una pubblicazione ufficiale delle proprie storie.

Tra i compiti del network, anche quello di presentare le case editrici agli aspiranti scrittori che si radunavano nel sito, fornendo delle vere e proprie recensioni riguardo il loro modo di operare sul mercato e nei confronti dei romanzieri assoldati.

In uno di questi casi, dunque, nei confronti di un editore sono stati scritti alcuni commenti che i destinatari hanno ritenuto lesivi della propria onorabilità, presentando denuncia alla procura di Varese, nella cui provincia era di fatto domiciliato. Tra i non lusinghieri epiteti rivolti nei confronti dell’azienda recensita, si potevano leggere giudizi al pari di “cloache editoriali”, “signori della truffa” o anche “mafiosi, strozzini”. I commenti in questione, però, non potevano essere attribuiti a personalità specifiche, poiché inviati sotto il nickname che celano dunque i responsabili materiali delle offese.

Trattandosi di contenuti liberamente accessibili, la parte civile ha pensato di raccogliere tutto in un compact-disc e di presentare, così, denuncia con tanto di prove a suffragio della testi diffamatoria, mettendo in evidenza che l’amministratrice si era oltretutto premurata di porre in risalto sulla pagina web che i commenti non fossero da ritenere di sua stessa responsabilità.

Teoria, questa, completamente ribaltata dal Tribunale varesino, che ha condannato la fondatrice del sito, anche in virtù di quei post e commenti inseriti nel forum da parte di soggetti terzi. Così si riassume la sentenza: “La disponibilità dell’amministrazione del sito Internet rende l’imputata responsabile di tutti i contenuti di esso accessibili dalla Rete, sia quelli inseriti da lei stessa, sia quelli inseriti da utenti;

Vai al testo integrale della sentenza

 

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