Dichiarazioni 2013: partenza in salita per il Modello Unico

Redazione 08/05/13
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Il calcolo delle imposte per il periodo d’imposta 2013, purtroppo, è ancora approssimativo, nonostante lapresenza dei modelli e delle istruzioni definitive che non consentono alle imprese di determinare con precisione il carico tributario, dal momento che devono far fronte ad una serie di circostanze non spiegate sul piano interpretativo, risultato per la maggior parte dei molteplici cambiamenti effettuati sulla disciplina del reddito d’impresa in questi anni recenti.

Al di la del ritardo, ormai cronico, degli studi di settore, che finiranno per raggiungere un buon grado di attendibilità a partire da giugno, sono numerosi i chiarimenti che mancano in merito ai temi fiscali, fra i quali i più spinosi sono sicuramente le perdite sui crediti, art. 101 Tuir, e l’effetto fiscale dello “sganciamento” della durata contrattuale del leasing stipulato dal 29 aprile 2012, art. 102 Tuir. 

Nel primo caso, la nuova disposizione ha determinato come sussistenti “in ogni caso” gli elementi certi e precisi necessari per la deducibilità fiscale nel momento in cui il credito è prescritto ossia si tratti di credito dall’importo modesto (non oltre 2500 o 5000 euro) scaduto da almeno sei mesi. Si presentano numerose questioni da risolvere, nella fattispecie bisogna confermare che la disposizione si applica anche ai crediti che già in passato hanno assunto i requisiti fissati oggi dal legislatore, ma che, tenuto conto delle norme vigenti, non sono stati ancora dedotti.

Una seconda problematica è relativa al modesto importo e al trascorrere del semestre della scadenza di pagamento, solo nel momento in cui si ravvisano le condizioni civilistiche per la perdita di essa diventa rilevante fisicamente, situazione che ben potrebbe accadere anche nei periodi d’imposta successivi.

Terza tematica scottante è che  il calcolo del  “modesto importo” deve avvenire attraverso il conteggio della singola fattura e non come saldo della scheda contabile intestata al cliente, altrimenti non si è in grado di poter verificare il requisito temporale. Infine bisogna ricordare  che può dedurre il componente negativo di reddito anche chi, in luogo della perdita, contabilizza un accantonamento, come è peraltro corretto fare in presenza di valutazione di un importo che, civilisticamente, non è definitivamente perso, come succede invece in caso di rinuncia.

Per quanto riguarda i nuovi leasing, invece, i dubbi sono relativi soprattutto la diversa deduzione Ires – Irap, anche con riferimento allo scomputo degli interessi passivi per il calcolo del Rol e per l’indeducibilità fissata dal tribunale regionale. Anche l’Ace, l’Agevolazione per la crescita economica, aspetta ormai da più di un anno una circolare esplicativa che vada oltre il dettato del Dm 14 marzo 2012, così come la nuova disciplina delle società non operative perché “in perdita sistematica” non può essere affrontata con efficacia solo con quanto spiegato con le circolari n. 23/E/2012 e 3/E/2013, soprattutto la “via d’uscita” permessa alle società in liquidazione che si impegnano a cancellarsi in tempi rapidi dal registro imprese va approfondita adeguatamente con esempi pratici, altrimenti si corre il rischio di un contenzioso diffuso, per altro relativo alle società ormai cessate.

Gli argomenti sin qui affrontati sono quelli di stretta attualità, ma ce ne sono altri che sono oggetto di discussione da anni; da un lato la Corte di cassazione continua a ripetere con le sue ordinanze concetti detti sin dal 2008, stabilendo tuttavia ogni volta meglio i contorni del soggetto passivo Irap. Dall’altro l’Agenzia che, dopo le prime timide aperture di cui alle circolari 45/E/2008 e 28/E/2010 non ha seguito l’evoluzione giurisprudenziale con nuove interpretazioni lasciando “scoperti” nella fattispecie, gli artigiani e i piccoli commercianti.

 

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