Restauro Colosseo: per Codacons “abuso, turbativa d’asta e corruzione”

Redazione 17/04/13
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Con riferimento al contratto da 25 milioni di euro per la sponsorizzazione del restauro del Colosseo potrebbero intervenire anche i magistrati di piazzale Clodio. Al termine dell’animata udienza di ieri tenuta dinanzi ai giudici del Consiglio di Stato, infatti gli avvocati del Codacons hanno chiesto la sospensione del giudizio.

Stando all’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori, che ha richiesto la trasmissione degli atti del rispettivo ricorso alla procura, sull’affidamento della sponsorizzazione al gruppo Tod’s si estenderebbe più di un dubbio. I reati ipotizzati dal Codacons sono quelli di abuso, turbativa d’asta e corruzione. “Nella trattativa privata con Della Valle -è intervenuto al termine dell’udienza il legale Gino Giuliano è stato modificato il bando di partenza, in barba al codice degli appalti. La durata del contratto è stata estesa da 2 a 15 anni, mentre la sponsorizzazione è diventata non più tecnica, ma finanziaria”.

In altri termini, dunque, ciò che stabiliva il bando era che chiunque si fosse aggiudicato la gara sarebbe stato tenuto poi ad impegnarsi nel controllo dell’andamento dei lavori. “Il contratto stipulato tra il Campidoglio e il gruppo Tod’s -ha spiegato l’avvocato del Codacons- prevede invece lo sfruttamento del marchio per 15 anni a fronte di un semplice finanziamento da mecenate. Un tipo di accordo che avrebbe potuto far gola a tante altre aziende”.

A sostegno della propria tesi, l’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori ha presentato una serie di documenti che, se letti in sequenza, consentono di ricostruire integralmente l’affaire-Colosseo. Tutto ha inizio il 4 agosto 2010, tramite un bando previdente la sponsorizzazione esclusivamente per il periodo del restauro. Si finisce poi al 21 gennaio 2011, con il contratto privato stipulato tra Della Valle e l’allora Commissario per le Aree Archeologiche di Roma e Ostia Antica Roberto Checchi. L’accordo ha sancito la costituzione dell’associazione “Amici del Colosseo”. Il suo logo, si apprende dall’atto, potrà essere sfruttato per altri 15 anni oltre il termine dei lavori.

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