Matrimonio gay e diritti: il MoVimento 5 Stelle chiama, il Pd risponde?

Redazione 08/04/13
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Ecco, finalmente, le prime proposte di legge del MoVimento 5 Stelle. Dopo l’impasse istituzionale, non ancora concluso, in seguito alle consultazioni a vuoto di Pier Luigi Bersani, il partito di Beppe Grillo muove i primi, convinti passi nella sua attività parlamentare e deposita in senato tre disegni di legge nuovi di zecca.

Il trittico di provvedimenti riguarda un ambito in cui il MoVimento era stato pesantemente criticato, in particolar modo dagli avversari politici, per il mancato accenno nel programma elettorale. Si tratta del tema delle coppie gay e dei diritti degli omosessuali.

Il dubbio, infine, è stato fugato con la presentazione dei disegni di legge 391, 392 e 393, a firma di tre senatori 5 Stelle, tra cui anche il candidato ufficiale del MoVimento allo scranno ora occupato da Pietro Grasso, Luis Alberto Orellana.

Il primo ddl, siglato dall’eletta Michela Montevecchi, richiede l’applicazione di “Nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia”. Il secondo, invece, a firma del senatore Alberto Airola si intitola “Norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso”.

Infine, l’ultima, e più importante proposta avanzata dal MoVimento di Beppe Grillo in Senato, va sotto il nome di “Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso” e trova come suo promotore proprio l’ex candidato alla presidenza del Senato, Orellana.

Dunque, si chiarisce una volta per tutte la posizione del M5S sulla questione dei diritti civili e delle coppie di fatto, in particolar modo quelle del medesimo genere: il MoVimento è a favore di una ridefinizione normativa che assicuri a conviventi anche dello stesso sesso di usufruire dei diritti in egual misura agli eterosessuali. Si tratta di un passo importante anche per la costituzione di un’eventuale maggioranza di governo, in seguito all’ormai prossima elezione del presidente della Repubblica, quando cioè il compito dei saggi nominati da Napolitano potrà ritenersi concluso.

 

 

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