Inps, Cud telematico genera caos: gli sportelli presi d’assalto

Letizia Pieri 08/03/13
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Aumentano su tutto il territorio nazionale le recriminazioni che contestano la procedura, stabilita dall’Inps, sull’acqusizione telematica del Cud. Stando alla disposizione dell’istituto previdenziale, infatti, ogni pensionato dovrebbe possedere abilità e conoscenze informatiche basilari e consolidate. Ogni nonno di casa infatti, oltre a godere di un computer, già cosa assai rara in un Paese dove la rete wi-fi arriva a saltelli in numerose province ignorando del tutto gli angoli più isolati (peraltro luoghi generalmente abitati da una popolazione over settanta), dovrebbe anche seguire opportuni corsi di formazione al web, trovarsi il sito ufficiale dell’Inps dove richiedere e conseguire il codice PIN, scaricarsi il modulo del documento (ovviamente previo acquisto stampante) e così consegnarlo nelle mani di un soggetto abilitato per la presentazione della dichiarazione del reddito.

Non è una corsa ad ostacoli, non dubitate, tuttavia l’iter telematizzato, concepito ad hoc per allentare i costi statali e generare risparmio, sembra già ricadere impreparato sulle spalle degli addetti ai lavori che da qualche giorno rimangono letteralmente invasi da un’esorbitante sequela di richieste e lamentele, avanzate da una schiera di contribuenti non pronti a varcare il grande arco della tecnologia. La normativa 228/2012, comma 114, chiarisce che “a decorrere dall’anno 2013, gli enti previdenziali rendono disponibile la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati (Cud) in modalità telematica. E’ facoltà del cittadino -si apprende dal testo di legge- richiedere la trasmissione del Cud in forma cartacea. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Se si certifica che l’operazione prevista sarà risparmiosa per le casse dello Stato, l’ingorgo degli sportelli Inps, chiamati a rispondere ai dubbi legittimi dei contribuenti e di tutti coloro che non riusciranno ad ‘accaparrarsi’ il modulo Cud entro i tempi sanciti, paventa al contrario un esoso aggravio in termini di tempo e denaro. All’utente che non vuole incorrere in queste macchinazioni, si concede la possibilità di ottenere la stampa del documento presso gli uffici postali, non tutti però, dietro il pagamento, e qui si rasenta il parossismo, di ‘obolo’ obbligatorio. Ai fini  dell’ottenimento del Cud viene riservato un ulteriore canale, e più precisamente un numero verde Inps per richiederne l’invio domicilare.

Forse non tutti sanno che la maggior parte degli anziani nostrani, e in Italia gli ultra sessantacinquenni raggiungono i 7 milioni, non hanno la possibilità di accedere agli aggiornamenti amministrativi Inps pubblicati nel sito, e nientemeno di visionare quotidiani economici. Inoltre sono in tanti a mettere in discussione il valore di efficienza del numero verde, in modo particolare nel frangente degli adempimenti. Non è dato sapere infatti come chi risulterà addetto alle telefonate riuscirà contemporaneamente a seguire gli invii dei modelli. Ancora, non è chiaro come potrà essere sostenuta la tracciabilità telefonica da parte del contribuente che vorrà dimostrare di non aver adempiuto alla dichiarazione causa mancato invio da parte dell’Inps. Si fa presto dunque a parlare  di risanamento e austerità, ma l’adozione delle nuove procedure non sembra altro che l’ennesimo esempio di sfacciata mal considerazione dei consulenti preposti al lavoro. Vedremo i risultati.

Letizia Pieri

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