Invalidi civili, retromarcia dell’Inps: basterà il reddito personale

Redazione 14/01/13
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Molto rumore per nulla. Con un colpo di teatro, l’Inps ha ritirato la circolare 149 emanata lo scorso 28 dicembre, che introduceva la norma, per gli invalidi civili di contabilizzare anche il reddito del coniuge. La retromarcia è arrivata con il messaggio 717 dal titolo “Limiti reddituali per la liquidazione delle pensioni di inabilità civili“, pubblicato sempre dall’Inps proprio oggi, lunedì 14 gennaio 2013.

Una previsione, quella della circolare, che aveva fatto imbufalire innanzitutto la Cgil, in aperta battaglia contro i vertici dell’istituto previdenziale, a difesa del diritto degli invalidi a vedersi riconosciuta l’indennità in base al proprio reddito personale e non a quello cumulato.

E’ stato il direttore generale dell’Istituto di previdenza, Mario Nori, a comunicare come tanto per gli assegni di invalidità civile parziale, quanto per le pensioni di inabilità, continuerà a fare fede il reddito personale del cittadino riconosciuto invalido civile.

La disposizione, per il momento, viene annunciata come temporanea, nell’attesa che un provvedimento di origine ministeriale arrivi a stabilire una volta per tutte i parametri di cui sarà investita la materia.

Si ritiene di non modificare l’orientamento amministrativo assunto a suo tempo dal Ministero dell’Interno e successivamente confermato nel tempo da questo Istituto all’atto del subentro nella funzione di erogazione delle provvidenze economiche per le minorazioni civili“. Così l’Inps ufficializza il dietrofront sulle pensioni di invalidità.

C’è, comunque, da ritenere che i tempi saranno lunghi e, dunque, il regime attuale resterà in vigore ancora per parecchi mesi. Sicuramente, a esultare è innanzitutto la Cgil, che aveva denunciato la decisione di governo e previdenza di accorpare i redditi per il riconoscimento delle mensilità agli invalidi civili.

Il blocco della circolare sulle pensioni di invalidità da parte dell’Inps è assolutamente positivo – dichiara il sindacato tramite il segretario nazionale Spi Ivan Pedretti, dopo la retromarcia dell’istituto – ed è il frutto della mobilitazione messa in atto dal sindacato per contrastare una decisione iniqua che rischiava di gravare pesantemente su decine di migliaia“.

E proprio sul rischio di eccessivo dilazionarsi dei tempi, il sindacato punta il dito contro il ministro del Welfare ancora in carica, Elsa Fornero, che, come noto, con la Cgil non ha intrattenuto rapporti idilliaci: “Il ministro Fornero – prosegue lo stesso Pedretti – deve dare seguito agli impegni assunti nei giorni scorsi e chiarire definitivamente la questione. Così infatti il problema rischia di ripresentarsi tale e quale in futuro, ed è per questo che è fondamentale un intervento politico e governativo“.

Dello stesso avviso anche la Uil Pensionati che, tramite il proprio segretario generale Romano Bellissima, rivendica:  “Si tratta di un risultato positivo, frutto della mobilitazione della Uilp e di tutto il sindacato. Sulla complessa condizione delle persone invalide, non possono essere assunti provvedimenti estemporanei, senza riflessione e senza il coinvolgimento delle parti sociali

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