P.A.: tagliate 2.431 auto blu, il 25% in meno da inizio 2012

Redazione 31/12/12
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La Spending Review, messa in cantiere dal Governo tecnico a partire dal d.l. 7 maggio 2012, n. 52,  sta iniziando a dare i suoi effetti, tra le altre cose, anche sul capitolo piuttosto spinoso delle cosiddette “auto blu”, oggetto di forte malcontento della cittadinanza nei confronti della “casta” politica. Stando ai dati contenuti nel censimento permanente,  predisposto dal Ministero della funzione pubblica, la diminuzione delle auto blu nel corso di 11 mesi (fino al 30 novembre) è stata pari di 2.431 unità, il 25% in meno rispetto all’inizio del 2012. Sempre alla data del 30 novembre, il parco auto della Pubblica Amministrazione in Italia è sceso sotto le 60.000 vetture. È una cifra ancora molto elevata in relazione a numerosi altri Paesi, ma che segna una netta inversione di tendenza e rappresenta un segnale importante agli occhi dei cittadini. E non solo in termini di immagine: il risparmio stimato dal Ministero della P.A. relativo al 2012 è, infatti, già pari ad oltre 160 milioni di euro.

Come si legge nella nota del Ministero, la riduzione generale delle auto della P.A. ha riguardato in maniera mirata specialmente le tanto contestate vetture ormai identificate, nell’immaginario collettivo, con la “casta”. In particolare, “diminuiscono in misura significativa le auto blu, cioè quelle di rappresentanza assegnate personalmente ai vertici delle amministrazioni o comunque guidate da un autista (il resto del parco auto è composto di auto di servizio senza autista, adibite prevalentemente a servizi per i cittadini)”.

I dati del censimento permanente delle auto pubbliche, previsto dai d.P.C.M. 3 agosto 2011 e 12 gennaio 2012, mettono in evidenza un aumento degli Enti registrati pari a 1.138 unità rispetto all’inizio del 2012: in questo modo, risultano censite al 30 novembre 8.248 amministrazioni per una copertura del 97,2% delle auto pubbliche. In tutto, il parco auto della P.A. annovera 59.532 vetture, di cui 7.290 auto blu. Relativamente a queste ultime, le dismissioni da inizio anno hanno riguardato 842 vetture. Si raggiunge tuttavia la cifra di 2.431 auto blu in meno in quanto, come spiegato dalla nota del Ministero, “molte amministrazioni hanno modificato le classificazioni sulle modalità di utilizzo delle autovetture, adeguandosi alle stringenti disposizioni dei d.P.C.M. citati e destinando quindi ai servizi operativi senza autista vetture precedentemente assegnate ad personam”.

La diminuzione delle auto blu risulta “più accentuata nelle amministrazioni centrali rispetto alle amministrazioni locali. La P.A. centrale ha complessivamente sottoscritto, nei primi 11 mesi dell’anno, 2.144 contratti di nuova acquisizione di auto, dei quali solo 278 (pari al 13%) relativi all’acquisizione di auto blu – per i due terzi rinnovo di noleggi in scadenza – e per la rimanente quota a titolo di acquisizioni in proprietà”. Il costo medio di acquisizione delle nuove auto (sia blu che non) risulta pari a circa 9.600 euro a vettura. La geografia territoriale delle auto blu, così come fotografata dal Ministero della P.A., continua a vedere uno sbilanciamento percentuale delle auto con autista nelle Regioni del Mezzogiorno. Ma anche qui si registra un’inversione di tendenza: “Proprio al Sud si registrano diffusi casi di contrazione e in nessuna area regionale la quota di auto blu supera, come si registrava a inizio anno, la soglia del 30-35%”.

Positivo il commento del Ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, relativamente ai dati del censimento: “Nelle Pubbliche Amministrazioni si sta facendo largo la convinzione che l’auto di servizio non è uno status symbol. Inoltre si sta verificando una riconversione importante da mezzi di proprietà a mezzi a noleggio, che comporterà prevalentemente una riduzione dei costi”.

Spending Review significa (o, almeno, dovrebbe significare) non solo e non tanto minori spese quanto, soprattutto, migliori spese. In questo senso, sarebbe auspicabile che gli sforzi in tal senso avviati dal Governo dimissionario sia continuati e migliorati (evitando i tagli lineari e concentrandosi sull’eliminazione degli sprechi in ogni settore) dal futuro Esecutivo che uscirà dalle urne il 25 febbraio 2013.

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