CdM, finanziamenti per sisma 2012 e valorizzazione aree agricole

Redazione 18/11/12
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Nel Consiglio dei Ministri del 16 novembre scorso, il Governo Monti ha approvato un decreto legge di completamento della disciplina di accesso ai finanziamenti per il pagamento di tributi e contributi sospesi in occasione del sisma 2012.

La disciplina adottata dal Governo con il Decreto-Legge N.174 del 2012 ha previsto condizioni e procedure per accedere a finanziamenti agevolati per la ripresa dei versamenti tributari e contributivi già sospesi in occasione degli eventi sismici che hanno colpito le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto nel maggio 2012.

Durante i lavori di conversione in legge del provvedimento d’urgenza la Camera ha varato alcuni emendamenti integrativi. I tempi di definitiva conversione in legge (9 dicembre 2012) mettono a rischio per gli aventi diritto la possibilità di accedere tempestivamente alle procedure bancarie di finanziamento. E’ quindi necessario anticipare l’effettività delle disposizioni emerse dal dibattito parlamentare. In sostanza con il decreto-legge si chiarisce che possono accedere ai finanziamenti, oltre le imprese industriali, le imprese commerciali, agricole, i liberi professionisti e i lavoratori dipendenti, sempreché abbiano titolo ad accedere ai contributi avendo subito danni.

Con questa definizione della platea dei beneficiari si esaurisce definitivamente il quadro agevolativo, in caso di calamità naturali, ammissibile in base alle norme comunitarie.

Il Consiglio dei Ministri ha anche approvato in via definitiva, dopo aver acquisito il parere favorevole della Conferenza unificata, il disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. L’opportunità dell’intervento è quanto mai attuale alla luce dei gravissimi fenomeni alluvionali degli ultimi giorni.

Il DDL, proposto dai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, per i beni culturali e dello sviluppo economico-infrastrutture, dispone il divieto di mutamento di destinazione per almeno 5 anni per le superfici agricole che hanno ricevuto aiuti di Stato o comunitari. Il provvedimento persegue inoltre la finalità di valorizzare la superficie agricola, oltre che lo scopo di promuovere l’attività agricola che su di essi si svolge o potrebbe svolgersi, al fine di impedire che il suolo venga eccessivamente “eroso” e “consumato” dall’urbanizzazione e di favorire con il recupero di nuclei abitati rurali.

La salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica rappresentano un obiettivo di primaria importanza, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva “cementificazione” della superficie agricola nazionale.

Il disegno di legge mira, pertanto, a garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate. Fissando, a livello nazionale, l’estensione massima di superficie agricola consumabile, si salvaguarda infatti la destinazione agricola dei suoli. Il mantenimento dell’attività agricola inoltre consente di poter gestire il territorio e contribuisce a diminuire il rischio di dissesti idrogeologici, tutelando così non solo il nostro paesaggio ma anche la nostra produzione agricola. Per tale scopo si prevede la destinazione dei proventi derivanti dai titoli abilitativi edilizi e dalle sanzioni riscosse ad interventi di realizzazione delle opere di urbanizzazione, primaria e secondaria, nonché per la qualificazione dell’ambiente e del paesaggio anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico. È importante ricordare che l’Italia non è autosufficiente dal punto di vista della produzione agricola e quindi più suolo si consuma e meno è sicuro il nostro territorio e più grande è il deficit alimentare del nostro Paese.

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