Legge di Stabilità: respinti 3 emendamenti contro i tagli alla scuola

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La legge di Stabilità non è solo esodati o detrazioni e aggravi fiscali ma è anche scuola, di più spese militari. Quest’ultimi due ambiti, per quanto palesemente distanti fra loro, sono in stretta relazione: infatti l’assenza di una decurtazione delle spese militari ha fatto sì che i tagli alla scuola non fossero sospesi. Sono stati respinti i due emendamenti proposti dall’ Italia dei Valori che proponevano il blocco dell’acquisto di aerei da guerra e navi militari mentre il Pd si vedeva respingere il proprio sugli inidonei.

Dunque secondo la Commissione di Bilancio della Camera, l’organismo che ha respinto i suddetti emendamenti, sono più importati l’acquisto di aerei F35 e navi da guerra Fremm invece che trovare i finanziamenti alla scuola sempre più nell’ occhio del ciclone visto che secondo un recente studio il 32% delle scuole è costruito su territorio sismico, l’Acquila insegna.

Bocciata, come detto, anche la proposta fatta dal Partito Democratico che tramite l’On Russo ha espresso il proprio dispiacere nel vedere bocciato l’emendamento che ricollocava il personale dichiarato inidoneo in modo permanente. L’emendamento è stato ritenuto inammissibile dalla Commissione a causa della mancanza di copertura.

Il piano esposto all’ interno dell’emendamento costringeva di fatto il governo a ricollocare i docenti ritenuti inidonei nell’ arco di 3 mesi. Il provvedimento avrebbe dovuto rispettare le condizioni di salute e delle competenze conseguite dai docenti. C’è di più però, l’emendamento annoverava anche la possibilità per il docente non idoneo di richiedere lo scioglimento del rapporto lavorativo mantenendo il diritto al trattamento pensionistico qualora in possesso dei requisiti contributivi per l’applicazione dell’istituto della dispensa.

C’è amarezza e delusione nel CONBS (Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici) che ha dichiarato ad orizzonte scuola tramite un suo portavoce “constatiamo che mentre per i curriculari sono stati fatti sforzi inimmaginabili da tutte le componenti politiche, altrettanto non è stato fatto per i docenti utilizzati in altri compiti per gravi motivi di salute, che già lavorano per 36 ore settimanali nonostante le malattie invalidanti. Eppure la cifra richiesta per evitare il passaggio nel ruolo ATA è inferiore e facilmente reperibile. Questo ci fa riflettere che in fondo sono molto più i NUMERI che i PRINCIPI a muovere le decisioni.”

Alessandro Camillini

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