Il decreto Ilva è legge: arrivano 300 milioni, ma non l’Aia. Il testo

Redazione 03/10/12
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Il Senato ha dato via libera definitivo al decreto Ilva, mettendo a segno un’importante tappa nel percorso di salvataggio del complesso siderurgico, dopo il sequestro imposto dalla magistratura. Non tutto è ancora al sicuro, però, visto che, ancora manca l‘Autorizzazione ambientale integrata.

Il provvedimento è stato convertito in legge a palazzo Madama con 247 voti favorevoli e contrari solo i 20 della Lega Nord, che si è opposta fino allo strenuo al decreto. Obiettivo del governo è quello di dare l’impulso definitivo alla bonifica del più grande polo siderurgico europeo, con la doppia finalità di salvaguardare sia la salute della popolazione che il lavoro dei dipendenti.

L’ok al decreto Ilva sblocca definitivamente anche i 336 milioni di euro – quasi completamente pubblici – definiti nel Protocollo d’intesa firmato lo scorso 26 luglio.  La somma sarà così suddivisa: 187 milioni all’area portuale,119 destinati alla bonifica, 30 per il rilancio degli investimenti. Fin qui, le cifre.

Il testo, invece, prevede la nomina di un commissario straordinario, senza compenso e in carica per un anno, il cui compito sarà quello di verificare passo passo che tutti gli accordi sottoscritti nel Protocollo vengano mantenuti. Il commissario dovrà vigilare anche sull’utilizzo dei 110 milioni di euro stanziati dalla delibera Cipe dello scorso 3 agosto per la riqualificazione dell’area e del quartiere Tamburi.

Ricerca e competitività: in capo al commissario sarà anche la distribuzione delle risorse pari a 30 milioni di euro previste dal Programma Operativo nazionale , che ammontano a ulteriori 30 milioni di euro. Stesso discorso per l’equivalente Programma su Reti e Mobilità: 14 milioni di euro che andranno destinati alla costruzione della nuova diga al porto di Taranto.

Ad appoggiare il commissario, poi, interverrà un soggetto attuatore, che dovrà comunque passare il vaglio di tutti i livelli di governo, da quello centrale al locale. Seguendo questa procedura, gli verranno affidate diverse funzioni concordate che, anche in questo caso, non saranno soggette ad alcun compenso.

In riferimento all’autorità portuale, è previsto anche in questo caso un commissario straordinario, che dovrà interfacciarsi stabilmente con il suo omologo deputato alla gestione dei finanziamenti. All’autorità dello scalo marittimo di Taranto, sinora sono stati destinati in totale 92 milioni di euro, tra l’ultimo Protocollo siglato lo scorso 26 luglio e quello del novembre 2009.

A seguito della crisi dell’azienda, il provvedimento approvato al Senato dispone che all’area industriale di Taranto venga riconosciuto lo stato di “situazione industriale complessa“, come previsto dall’articolo 27 del decreto sviluppo, convertito in legge dalle Camere la scorsa estate, dove vengono annunciate misure straordinarie per quei casi di particolare crisi aziendale e occupazionale, come nel caso dell’Ilva.

Infine, il testo adottato dal Senato richiama anche il Fondo Kyoto, con la possibilità, per l’area critica di Taranto, a norma sempre del decreto sviluppo (art. 57) con un tetto massimo di 70 milioni per interventi specifici di riqualificazione ambientale.

A questo punto, insomma, si attende solo l‘Autorizzazione ambientale integrata, che il governo non ha fatto mistero di avere ancora in cantiere per quanto riguarda l’assetto normativo. A questo proposito, se l’attesa dovesse ulteriormente protrarsi, non è escluso l’appoggio a un ulteriore decreto emergenziale anche per l’Aia: “Se l’Autorizzazione non dovesse arrivare nei tempi previsti – dichiara il senatore Cosimo Gallo, capogruppo Pdl alla Commissione Lavori Pubblici e Trasporti –  il governo non esiti ad intervenire con un nuovo decreto per rendere concreta la sua azione”

 Leggi il testo definitivo del decreto Ilva

 

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