Licenza bancaria al Mes? Prime aperture in seno alla Bce

Redazione 26/07/12
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Si susseguono giorni di vera e propria passione sui mercati finanziari mondiali, con al centro la battaglia per la sopravvivenza (o lo sfaldamento) dell’euro. Lunedì l’agenzia di rating Moody’s aveva rivisto al ribasso, da “stabile” a “negativo”, l’outlook di tre Stati dell’Eurozona forti della “Tripla A”, Germania, Olanda e Lussemburgo. Oggi Moody’s ha fatto lo stesso con l’Efsf (European financial stability facility), l’attuale Fondo Salva Stati in vigore, la cui valutazione dipende strettamente da quella dei Paesi a “Tripla A” appena colpiti.  Il fatto che nemmeno la Germania possa più dirsi completamente al sicuro dalla tempesta finanziaria in corso potrebbe, forse, contribuire a convincere il Cancelliere Merkel che o l’Europa si salva unita, o anche i più forti pagheranno un prezzo elevato ad un’eventuale disarticolazione dell’area euro.

Qualcosa, comunque, sembra iniziare a muoversi all’interno della Banca centrale europea circa la possibilità di concedere la licenza bancaria al Mes, il Meccanismo europeo di stabilità permanente che prenderà il posto dell’Efsf non appena le ratifiche degli Stati membri raggiungeranno il 90% delle sue quote di capitale. Ad aprire ad una simile ipotesi è stato un esponente di primo piano del Consiglio direttivo della Bce, Ewald Nowotny, anche Governatore della Banca centrale austriaca.

L’eventuale concessione della licenza bancaria al nuovo Fondo Salva Stati sarebbe una misura di fondamentale importanza per riportare la stabilità nell’Eurozona, in quanto potenzierebbe grandemente la capacità di intervento del Mes nell’acquisto dei Titoli di Stato dei Paesi sotto attacco della speculazione e consentirebbe la creazione di uno scudo anti-spread molto più forte di quello su cui finora si è discusso. Con tale licenza, infatti, il Meccanismo potrebbe avere accesso ai prestiti da parte della Bce e, in questo modo, aggirare il problema costituito dalla limitata dotazione del Fondo stesso: si parla, infatti, di una sua “potenza di fuoco” che oscilla tra i 500 ed i 700 miliardi di euro, cifra importante ma comunque insufficiente a sostenere un (sempre meno) ipotetico salvataggio della Spagna e, soprattutto, dell’Italia.

Dopo essere intervenuto sul mercato per acquistare Titoli di Stato e calmierare così gli eccessivi differenziali di rendimento con i Bund tedeschi, con la licenza bancaria il Mes potrebbe riutilizzare questi bond sovrani quali garanzie per ottenere nuovi finanziamenti dalla Bce e, forte di questi “collaterali”, procedere a sempre nuovi interventi di sostegno ai Paesi in difficoltà che ne faranno richiesta.

Nowotny, nell’intervista rilasciata a Bloomberg, è stato comunque cauto nel merito, sottolineando di “non essere a conoscenza al momento di discussioni di questo tipo” nel board della Bce ma, anche, di ritenere “che vi siano degli argomenti a favore” della concessione della licenza bancaria al Mes. Rimane ad ogni modo un’apertura significativa su un questione che, solo fino a ieri, sembrava un altro dei tanti tabù imposti dalla linea della Germania all’Eurotower (che, non a caso, ha sede a Francoforte).

Quella di Nowotny non è stata la sola accelerazione (per ora, solo a parole) verso una maggiore integrazione economico-finanziaria europea. Oggi anche il Presidente francese, il socialista François Hollande, ha dichiarato – per mezzo di una sua portavoce – che, nell’attuale situazione di estrema incertezza finanziaria, “gli Stati devono avere una reattività equivalente a quella dei mercati”, utilizzando in modo flessibile tutti i mezzi a disposizione.

In questo contesto, la Bce è chiamata a svolgere un ruolo di coordinamento fondamentale. Il Presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, nei giorni scorsi ha ricordato che “la conservazione dell’euro fa parte del mandato” dell’Istituto e che, a tal fine, per garantire la sopravvivenza della moneta unica (“irreversibile”, nelle sue parole) sarebbero possibili (e legittime) anche misure “non convenzionali”.

Urgono decisioni rapide. I mercati difficilmente lasceranno trascorrere un agosto tranquillo, in attesa che sullo scudo anti-spread e sulla sua compatibilità con la Costituzione della Germania si esprima la Suprema Corte tedesca, il 12 settembre prossimo…

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