Avvocati, si prepara la rifondazione. Pronto un testo di legge ad hoc

Redazione 24/07/12
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Non un semplice regolamento, ma una vera e propria legge, che riformi dalle radici la professione dell’avvocato. E’ questo il segnale che arriva dalle istituzioni, dove, in sede di discussioni sui nuovi ordinamenti professionali, il governo pare deciso ad accontentare il settore forense, mettendo a punto uno specifico testo normativo, che aprirà il nuovo corso di tutti gli avvocati d’Italia. Una svolta che, negli intenti del ministro Paola Severino, dovrebbe sferrare un ennesimo colpo alla lentezza dei processi, il cui peso economico è stimato in un punto del Pil.

A spiegarlo è il sottosegretario alla Giustizia Salvatore Mazzamuto, che illustra al Sole 24 Ore l’orientamento del Guardasigilli. Dal ministro Severino in persona sarebbe arrivato l’ok per far deragliare il capitolo della riforma degli avvocati dai banchi delle commissioni a una vera e propria approvazione legislativa tout-court. Sicuramente, ha precisato Mazzamuto, il progetto partirà dopo l’estate, visti gli importanti testi ora in ballo in Parlamento, come la spending review o il decreto sviluppo.

Ma le acqua potrebbero iniziare a muoversi già nelle prossime ore. L’intento del Ministero di deviare il ramo avvocati dalla riforma delle professioni sarebbe una scorciatoia per affrontare con la dovuta attenzione alcuni nodi storici del sistema giudiziario italiano, non ultimo la zavorra dell’arretrato civile, argomento sul quale si confronteranno già giovedì avvocatura e Guardasigilli stesso. La fretta è dovuta al fatto che non si esclude nel dibattito una revisione al “dimagrimento” previsto per le sedi giudiziarie nel pacchetto della spending review.

Non sono finite le questioni che spingono il governo a elaborare una riflessione approfondita sulla branca forense. Altro incrocio pericoloso è infatti quello del filtro in appello, che prende le mosse dalla quota di ricorsi infondati, che sottrae tempo ed energie al corso della giustizia: secondo alcune stime, il 68% delle cause in secondo grado sarebbe infatti senza fondamento. Ma la proposta del filtro, una volta lanciata, non ha mancato di  incontrare forti resistenze. “Si tratta di critiche infondate – sostiene Mazzamuto – c’è garanzia del contraddittorio e la discrezionalità eccessiva del giudice è scongiurata dal’obbligo di esprimersi sui motivi specifici”.

Nei propositi della futura riforma, a quanto sostiene il sottosegretario, figurerebbe inoltre il progetto di cooptare esterni da inserire in Appello e in Cassazione, “richiamando in servizio” magistrati e avvocati in pensione sotto i 75 anni, o, nel caso della Suprema Corte, procedendo secondo i “meriti insigni”. Ed è proprio la Cassazione che esce rinnovata dall’estate di riforme: secondo Mazzamuto, nel decreto sviluppo “si è vista restituire il ruolo di giudice di legittimità, eliminando la possibilità di ricorso in caso di motivazione insufficiente e contraddittoria.  La Cassazione può riprendersi il non secondario ruolo di orientare i giudici di merito sul punto di diritto”.

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