AGCOM vigili sull’aumento delle tariffe annunciate da Telecom

Marco Pierani 29/05/12
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A seguito del piano di riduzione delle tariffe di terminazione mobile, adottato finalmente lo scorso 27 novembre 2011 dall’AGCOM con la Delibera 621/11/CONS, che comporterà un primo taglio – da 5,3 a 2,5 – pari a 2,8 centesimi al minuto a partire dal prossimo 1 luglio, Telecom Italia ha più recentemente annunciato le sue nuove tariffe per le chiamate dal fisso al mobile che entreranno in vigore lo stesso 1 luglio. Quello che salta subito all’occhio è una netta semplificazione: a fronte delle precedenti 8 tariffe che pagavano gli utenti di Telecom Italia a seconda che chiamassero Tim, Vodafone, Wind o Tre e che la chiamata fosse in orario di picco o fuori da esso ci sarà ora infatti una sola tariffa per tutte le chiamate fisso-mobile originate da utenze Telecom Italia, indipendentemente dall’operatore chiamato e dall’orario della chiamata; si pagherà sempre 9,90 centesimi, più scatto alla risposta.

La semplificazione è sempre apprezzabile certo, ma questa nuova tariffa unificata di Telecom Italia per il fisso-mobile trasferisce al consumatore finale il beneficio derivante dal taglio delle tariffe di termnazione, come richiesto dalla Commissione europea e auspicato dall’AGCOM? Neanche per sogno cari miei, niente affatto, non ci sarà alcun risparmio per i consumatori e, anzi, al contrario, questi ultimi subiranno addirittura un aumento medio pari a 0,25 centesimi, come ha rilevato Altroconsumo la scorsa settimana con una propria analisi sulla base della frequenza delle chiamate effettuate verso ciascun operatore e negli orari peak e off peak da un profilo-tipo di utente.

Il meccanismo delle tariffe di terminazione mobile, come ho già avuto modo di spiegare su queste colonne,  consiste essenzialmente nel fatto che quando chiamiamo qualcuno al cellulare sulla rete di un operatore diverso dal nostro, o chiamiamo un cellulare dal nostro telefono di casa, l’operatore di chi riceve la chiamata fa pagare al nostro una sorta di pedaggio per consegnare la chiamata. E questa gabella alla fine va a pesare sulla nostra bolletta, considerato che gli operatori la ribaltano quasi completamente sul consumatore finale, in particolare nelle elevatissime tariffe del fisso-mobile. Questo meccanismo tariffario è stato inizialmente introdotto per favorire i nuovi operatori che entravano sul mercato, al fine di incentivare i loro investimenti in nuove reti e a creare così un mercato di reti mobili concorrenti tra loro. Oggi che la penetrazione delle reti mobili ha raggiunto, in particolare in Italia, livelli elevatissimi, non ha però più alcun senso mantenere elevate le tariffe di terminazione mobile.

E’ per questo dunque che, dopo un percorso a dir poco rocambolesco – a chi volesse approfondire consiglio questo mio resoconto  – finalmente l’AGCOM con la Delibera 621/11/CONS ha adottato un percorso di riduzione che porterà nel luglio 2013, in linea con quanto richiesto dalla Commissione europea già con una Raccomandazione del 2009, le tariffe di terminazione ai costi reali effettivamente sostenuti da un operatore efficiente. Il primo taglio previsto per luglio 2012 a 2,5 centesimi ne vedrà infatti uno successivo a gennaio 2013 a 1,5 e quindi un ultimo a 0,98 centesimi a luglio 2013.

Ora però se – come pare evidente alla luce delle tariffe fisso-mobile annuniciate da Telecom Italia per luglio – dal piano di riduzione delle tariffe di terminazione non scaturirà alcun beneficio per gli utenti e si spostasse invece più semplicemente una posizione di rendita dagli opertaori mobili a quelli fissi noi consumatori saremmo di fronte ad una sonora sconfitta. Ma non si può fare proprio nulla per ovviare a questa inaccettabile e sconfortante dimostrazione di inefficienza del mercato delle telecomunicazioni?

Innanzitutto c’è da dire che l’asimmetria introdotta numerosi anni fa per mezzo delle tariffe di terminazione mobile a discapito degli operatori di telefonia fissa, con il citato obiettivo di aprire la concorrenza sul mobile e mettere a disposizione risorse per costruire le relative reti ha origine essenzialmente regolamentare, ed ora sempre a livello regolamentare si provvede giustamente all’eliminazione di questo beneficio che è diventato improprio ed obsoleto. Quale conseguenza, una volta riportate gradatamente le tariffe di terminazione ai costi effettivi, la palla dovrebbe ritornare naturalmente al mercato e se tutti gli operatori del fisso decidessero a quel punto di non ridurre le tariffe del fisso-mobile saremmo di fronte ad un’ipotesi di pratiche concordate lesive della concorrenza e degli interessi dei consumatori di cui dovrebbe seriamente occuparsi l’Autorità Antitrust.

Ma non solo, a ben vedere quando lo scorso novembre 2011 l’AGCOM ha approvato il piano di riduzione delle terminazioni mobili, molto opportunamente, proprio per evitare che i risparmi non fossero riversati a favore dei consumatori ha ritenuto utile introdurre nella Delibera 621/11/CONS la seguente specifica previsione in ordine alla vigilanza sul mercato retail: “V.48 L’Autorità, inoltre, al fine di verificare se ed in quale misura le riduzioni delle tariffe di terminazione si riflettano sui prezzi praticati all’utenza finale, ribadisce e sottolinea quanto già stabilito con la delibera n. 284/10/CONS, riguardo la necessità di proseguire nell’attività di monitoraggio dei prezzi dei servizi fisso-mobile praticati da Telecom Italia, riservandosi di azionare i poteri regolamentari e di vigilanza di cui dispone, qualora dovessero emergere elementi di criticità sotto il profilo della concorrenza e della tutela del consumatore”.

Bene, come ampiamente dimostrato, quegli elementi di criticità sotto il profilo della tutela del consumatore sono già evidentemente emersi, quelli relativi alla concorrenza rischiano di evdienziarsi a strettissimo giro, l’AGCOM non perda dunque neanche un minuto ed eserciti subito i suoi poteri di vigilanza.

PS: Sarebbe interessante conoscere altresì cosa pensano in proposito i candidati ai vertici dell’AGCOM e, in tal senso, sarebbe opportuno che, nell’ambito dell’auspicabile dibattito parlamentare, venisse chiesto ai candidati come si comporterebbero se fossero già stati nominati Commissari AGCOM. Intanto firmate la petizione su www.abbassalatariffa.it 

Marco Pierani

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