Se sei capace e onesto, devi scriverlo e dirlo. Sul web

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Raccolgo con entusiasmo l’invito del direttore di partecipare all’anniversario di questo sito che ha subito conquistato un posto importante nel web giuridico italiano.

Nel 1999, anno in cui ho iniziato con Civile.it, ben tre anni dopo Brugaletta (Diritto.it) e qualche mese dopo Penale.it non pensavamo minimamente di essere concorrenti. Volevamo solo offrire informazioni in un mondo che Solignani aveva iniziato a popolare di informazioni di diritto.

Ogni opportunità era per tutti, e tutti insieme aiutavamo i lettori a crescere nelle nuove opportunità che le tecnologie offrivano ma che noi pochi vedevamo prima degli altri.

Sì: mi sentivo un po’ come i sacerdoti dell’energie nucleare dei libri di Asimov.

La seconda leva era la vanità, il piacere di far sapere agli altri di saper fare qualcosa di più, ma anche di spiegarlo a tutti.

Poi abbiamo visto che restevamo soli, nonostante tanti nuovi arrivassero a tenerci compagnia, spesso imitando forma, contenuti, stile, nomi, idee, campagne. Molti nuovi prendevano senza dare.

Qualche settimana fa ho ascoltato un intervento video (rarissimo) di Brugaletta che con concretezza riconosceva che il mondo del diritto si è saputo difendere bene da ogni innovazione, senza riuscire a riformarsi intimamente.

A malincuore devo dire che l’entusiasmo di tanti si è sempre spento arrivando ai più più alti.

Con delle eccezioni che sono rimaste tali, ma unite da un unico filo: i soldi. O meglio, la mancanza di soldi.

Anni fa ho condotto uno studio su Civile.it sulla presenza dei professionisti e degli Ordini online. La risposta e’ stata univoca: meno soldi c’erano, piu’ entusiasmo si trovava; e piu’ entusiasmo vi era, piu’ servizi gratuiti si usavano.

Insomma: funziona meglio cio’ che e’ gratis. Coinvolge tutti dietro all’idea. Wikipedia ne e’ l’esempio vivente.

I miei primi passi su internet furono un telnet, l’interfaccia a comandi tipo dos che vi era per consultare internet e … miracolo, collegarsi al Parlamento italiano con due abbonamenti.

Con il primo mi collegavo dal mio telefono di Milano all’internet provider di Milano; con il secondo mi collegavo dall’internet provider di Roma al server del Parlamento, con il mio abbonamento n. 1 approvato su carta intestata della Camera, protocollo 9711 etc etc…; infine, miracolo italiano, da Milano a Roma mi collegavo via internet.

Due mesi dopo sono arrivati i POP in Italia. Era il 1997.

Oggi vedo persone litigare stizzite per una email, per una cosa non fatta, per un ringraziamento mancato, senza alcun rispetto per gli altri.

Capitava anche allora, ma se lo facevi ti scusavi.

Poi sono arrivati i soldi. Tutti abbiamo creato le nostre srl, le abbiamo fatte crescere con le nostre passioni, le nostre visioni, alcuni le hanno vendute, altri lo stanno per fare, altri non ci pensano minimamente.

Nel frattempo abbiamo fatto crescere internet. Non solo.

Abbiamo difeso internet.

Ai tempi del primo ddl Levi mi accorsi che qualcosa non andava. Mi confrontai in una famosa lista dicendo che se leggevo bene, si stava profilando una censura del web. Qualcuno timidamente mi disse che potevo aver ragioni, nessuno disse che avevo torto, e da solo cominciai a scrivere a quanti piu’ potevo.

Non scrissi nulla sui miei siti; ma i blog piu’ famosi cominciarono a parlarne come una propria scoperta (quello che volevo) e fu una campagna di massa culminata con una delle prime battaglie di Grillo, quando poi venni allo scoperto.

Da allora tutti hanno capito che potevano fare lo stesso, e sono comparsi tanti a combattere battaglie che hanno avvantaggiato tutti. Ringrazio tutti perche’ hanno mantenuto lo spirito della protesta di massa con il rigore dell’interpretazione seria delle proposte di legge.

Insomma: abbiamo cambiato la storia di questa Italia che ho visto morire con il Fidonet crackdown e la conseguente morte di Videotel, entrambi ben pianificati e lasciati in pasto ad interpreti che non capivano nulla e hanno fatto perdere 10 anni di innovazione interpretando le nuove leggi sui reati informatici in modo esemplare.

Prima invece venne la firma elettronica, e ricordo il mio scontro con chi comincio’ ad arrogare piu’ prerogative nell’uso del PGP per dare certezza a tutti, piu’ della formula matematica. Ricordate ancora quando la firma digitale doveva essere qualcosa solo dei notai ?

Ma a quei tempi ancora non c’era un pubblico di dimensioni tali che la protesta diventasse di massa. Oggi c’e’, e le masse sono social, collegate.

Dove stiamo andando tutti, dopo queste esperienze che costituiscono la storia dell’internet italiana ?

Verso la remunerazione del nostro valore. Prima lo facevamo per passione, ora abbiamo famiglia e le scuole costano. Quindi quello che abbiamo imparato lo dobbiamo vendere, e vendere nel modo nel quale funziona sul web.

Scrivere per il digitale non e’ come scrivere per la carta, e ancora si crede di poter imparare in due mesi senza corsi quello che abbiamo imparato in anni di errori.

Ma e’ cosi’ che il mondo del diritto crescera’: pagando per le cose migliori che non possono essere piu’ dette gratis, perche’ vengono subito copiate e troppi non ti riconoscono nemmeno il merito.

Come possono migliorare gli avvocati ? Vorrei poter citare mio padre, del ’27, il cui stile nei rapporti con i colleghi e’ oggi estinto. Ma non lo faro’, ho scelto di fare l’imprenditore e non e’ corretto pensare solo a quanto c’e’ di negativo.

Vorrei solo gridare timidamente che se sei capace e onesto devi smetterlo di dirlo ai tuoi amici e scriverlo sul web. Scriverlo e dirlo in audio e video. Senza crederti il miglior al mondo, ma dimostrando ogni giorno che sai fare le cose e che aiuti a risolvere problemi.

Questa e’ l’unica pubblicita’ che conta. Ed e’ informativa.

Poi, guardo le risposte automatiche alle newsletter che invio, quando riesco, le risposte sono piu’ di 1.000 ogni settimana, e sorrido. Vedo che c’e’ ancora molto da fare e chi e’ disposto ad imparare le tecniche di comunicazione riesce a fare promozione alla propria professione, scrive atti che i giudici avranno piacere di leggere, inizia cause che risolvono i problemi quando le transazioni sono state tentate inutilmente in tutti i modi.

Sono pochi. Ma per questo il momento e’ ottimo: pochi hanno l’opportunita’ di distinguersi dai molti, se le istituzioni non cercassero di tenerli uguali a tutti gli altri, mentre uguali non sono.

Nella montagna di risposte automatiche, dicevo, si vede la creativita’ italiana. Lo siamo. Non l’abbiamo. Siamo creativi. Talmente creativi che non sappiamo nemmeno gestire la nostra creativita’ e indirizzarla verso un miglioramento personale e di quelli che lavorano con noi.

Ma finche’ la creativita’ manca nel mondo, possiamo fare la differenza.

Godiamoci questa raccolta di italica passione. Pura. E pensiamo cosa possiamo fare noi per migliorare il rapporto lavorativo con i nostri clienti. Imparando dai giovani e accettando di cambiare anche tutto. Non c’e’ piu’ tempo per pensare al SE, e’ ora di farlo circondandosi dei piu’ entusiasti di quello che il futuro ci riserva, nonostante tutto.

– – –

Autorisponditori:         

Laconico:

“sono fuori studio”

Possibilista riconoscente:

“Spiacente non ci sono …riprova più tardi… Grazie”.

Rassicurante:

“messaggio ricevuto”

Tradizionale:

“Con la presente si comunica che il nuovo indirizzo mail è il seguente”

Segretariale:

“Ha ricevuto il tuo messaggio”.

Allarmistico:

“ATTENZIONE- la presente casella mail NON E’ PIU’ monitorata. Si Inviata a reinviare eventuali comunicazioni alla seguente casella di posta”

Dettagliato:

“Il messaggio è stato ricevuto. Risponderò appena possibile.Per questioni urgenti potrà contattarmi”

Minimalista:

“ricevuto”

Informativo categorico:

“Vi ringrazio per il Vostro messaggio, ma dall’1.1.20xx non potrò rispondere in quanto sarò fuori ufficio per alcune settimane, senza possibilità di accesso alla mia e-mail”.

Unwired:

“Ora non sono collegato!Ma non appena avrò modo risponderò alla Vostra mail!”

Giuringiuretta:

“Salve, ho ricevuto il vostro messaggio e vi risponderò il prima possibile”.

Confermativo:

“ok ho ricevuto la tua email grazie”

jovannottesco:

“ciao!!!!!”

Premuroso:

“Al momento non possso risponderrti. Appena possibile sarà mia premura mandarti un’email”

URLATO !:

“POSTA RICEVUTA, AL PIU’PRESTO AVRETE UNA RISPOSTA”.

Umile:

“per favore, scrivete a”

Assente possibilista:

“Sono assente. Risponderò appena possibile. A.B.”

Stile sportello:

“casella email in chiusura”.

Incredibile:

“sono assente vi risponderò se mi conviene al più presto grazie”

NonTiScordarDiMe:

“Grazie per averci contattato. L’indirizzo al quale avete scritto è in fase di eliminazione. Vi preghiamo di visionare il nostro sito www…. nel quale, alla pagina “CONTATTI” troverete i nuovi indirizzi di posta. Distinti saluti”

Valentino Spataro

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