Pensioni, rivalutazione al 100% fino al 2013 per quelle fino a 1400 euro

Redazione 15/12/11
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Prosegue l’iter in Parlamento della Manovra, oggi sarà posta la fiducia a Montecitorio sul provvedimento che verrà votato probabilmente venerdì sera per poi passare a Palazzo Madama. In queste ore non sono mancate le polemiche, soprattutto da parte della Lega Nord e dell’Italia dei Valori, ma anche Pd e Pdl mostrano qualche malcontento sulle ultime modifiche apportate.

I “poveri” pensionati possono forse tirare un sospiro di sollievo visto che un subemendamento dei relatori alla Camera al dl 201/2011 “salva” le pensioni fino a tre volte il minimo ( 1402 euro lordi) dal blocco della rivalutazione automatica dell’Istat anche nel 2013. La copertura di questa misura sarà garantita dai proventi derivati dalla tassa sull’anonimato.

Tra le altre misure previste per il mondo previdenziale segnaliamo:

– le modifiche dell’impatto sulla riforma del sistema pensionistico per chi è nato nel 1952 che entro il 2012 avranno 35 anni di contributi andranno in pensione a 64 anni,

– le agevolazioni per le lavoratrici nel settore privato che nel 2012 maturerà 60 anni di età e 20 anni di contributi che usciranno a 64 anni,

– il prelievo del 15% per gli assegni pensionistici oltre i 200.000 euro.

Ancora in discussione la “penalizzazione” per chi decide di andare in pensione prima di aver compiuto 62 anni di età.

Rivalutazione automatica: l’87% delle pensioni non subirà tagli

Secondo una recente indagine condotta dalla CGIA di Mestre nel 2012 con la rivalutazione automatica dell’Istat per tutte le pensioni fino a 1.405 euro lordi mensili, l’87,3% di tutte le pensioni erogate in Italia non subirà tagli. Questa misura dovrebbe consentire un risparmio della spesa previdenziale pari a 2,31 miliardi di euro.

L’analisi mostra i vantaggi economici soprattutto per gli assegni mensili inferiori a 1000 euro:  16 euro al mese in più per un pensionato con un assegno netto di 700 euro, aumento di 25 euro per un assegno mensile di poco più di 1.000 euro netti.

Con la mancata rivalutazione chi riceve mensilmente un assegno di1.157 euro netti troverà una decurtazione di 23 euro al mese, che salirà a 37 euro con una pensione di 1.576 euro mensili e 44 euro per un pensionato con un assegno mensile netto di 2.182 euro.

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