Il Ponte della discordia

Redazione 29/10/11
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Alla fine è crollato ancor prima di essere costruito.

L’aula di Montecitorio ha approvato giovedì 27 ottobre una mozione dell’Italia dei Valori che impegna il governo alla «soppressione dei finanziamenti» previsti per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.

Fondamentali si sono rivelati il parere favorevole del Governo, nella persona del viceministro alle Infrastrutture Aurelio Misiti, e l’astensione di gran parte della maggioranza.

La mozione dell’Idv approvata, richiamando i tagli attuali al settore dei servizi pubblici locali e la necessità di far fronte alla crisi attuale e di provvedere alle inevitabili necessità future, impegna il Governo, tra le altre cose, “alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad ANAS s.p.a. per la sottoscrizione e l’esecuzione – a partire dal 2012 – di aumenti di capitale della società Stretto di Messina s.p.a”.

Curiosamente, negli anni passati, a portare avanti il progetto del Ponte sullo Stretto fu proprio l’Idv, con Di Pietro ministro dei Lavori Pubblici, il quale inserì il progetto tra le opere urgenti e, nonostante il breve Governo Prodi propendesse per l’abbandono dell’opera, decise di non chiudere la società Ponte sullo Stretto, spiegando che, altrimenti, lo Stato avrebbe dovuto pagare una penale da 500 milioni di euro.

Il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha archiviato il voto di giovedì come “incidente parlamentare” (ma quanti, ultimamente!) e rassicura che il Ponte si farà.

Il crollo parlamentare del Ponte segue di qualche giorno anche il crollo europeo dello stesso.

Il 19 ottobre, nel corso della presentazione delle priorità europee previste nel piano di investimenti per le reti infrastrutturali, il Commissario dell’UE ai Trasporti, Siim Kallas, ha affermato che la Commissione europea non prenderà alcun impegno riguardo a un possibile inserimento del ponte sullo Stretto di Messina tra i progetti prioritari dell’ UE.Noi non prendiamo alcun impegno sullo Stretto di Messina, né riguardo il ponte né riguardo a un collegamento via nave – ha affermato Kallas – questa è una linea che fa parte del network prioritario per l’Ue. Il ponte sullo Stretto sarà lasciato alle autorità italiane“. Della serie, chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Anche in quel caso, il ministro delle Infrastrutture aveva rassicurato che il ponte sullo stretto di Messina verrà realizzato «a prescindere dall’eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo». Il ponte – precisa Matteoli – per il governo resta «una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell’Italia».

Questa non è una bocciatura da parte dell’Ue dell’opera – prosegue il ministro – disponiamo invece di un progetto definitivo il cui iter di approvazione è in corso mentre le fasi di realizzazione dell’opera procederanno secondo i programmi prestabiliti dal governo all’atto del suo insediamento”. E conclude con quella che suona come un’inquietante minaccia: “Troveremo i soldi da altre parti“.

Il direttore generale della Stretto di Messina spa, commentando la decisione dell’U.E. di non prevedere fondi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto afferma: «Questa decisione non impatta sul progetto perchè nel piano economico e finanziario non c’era nessuna ipotesi di finanziamento dell’Europa, quindi per noi non cambia nulla, continueremo nella realizzazione dell’opera». «Il quadro economico internazionale non ci favorisce – prosegue- ma ci sono interessi da parte di gruppi di investitori internazionali. Pensiamo che i finanziamenti possano arrivare nei modi e nei tempi previsti».

La Presidenza del Consiglio, in una nota ufficiale del 28 ottobre, ribadisce che “la mozione approvata ieri dalla Camera non cancella la realizzazione del Ponte sullo Stretto. L’opera, infatti, è solo in parte finanziata dall’intervento pubblico. L’onere complessivo dell’infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l’utilizzo di Fondi strutturali e di altre fonti”.

Dello stesso avviso anche la Società Stretto di Messina spa«Il voto favorevole della Camera dei Deputati sulla mozione presentata dall’Italia dei Valori, inerente le misure a favore del trasporto pubblico locale, – si legge in una nota ufficiale – non pregiudica lo stanziamento dei fondi già previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, ciò anche alla luce delle valutazioni espresse al riguardo dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli».

Dati gli ultimi risvolti, il Ministro forse farebbe bene a fare meno proclami profetici e più scongiuri.

Redazione

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